mercoledì 9 gennaio 2013

VOTO O NON VOTO???


Ruel Pascual
Ieri sera, in un impeto di masochismo, ho guardato  la puntata di Ballarò.  Sono rimasta allibita difronte al mucchio di parole inutili, retoriche, vuote, e le sterili discussioni su chi si allea con chi, io dò una poltrona a te che tu dai una poltroncina a me. Insomma un déjà vu. Va bene cercare di recuperare voti con ogni mezzo, ma bisognerebbe almeno "provare" ad esporre delle idee, dei piani, programmi, alternative. Ieri per tutto il tempo mi chiedevo: ma in che paese vivono? Non in Italia, non è possibile, parlano come se vivessero su Marte. Non hanno la minima idea di cosa sia la realtà quotidiana, sono completamente dissociati, una forma di schizofrenia collettiva dilagante, di alienazione dal mondo, dalla vita vera, non sanno cosa significhi vivere con 1000 euro al mese facendosi un mazzo tanto,  e il dramma è che pretendono di governarci, di insegnarci a stare al mondo. Noi che al mondo ci stiamo ormai come equilibristi di mestiere.  Stamane speravo di risvegliarmi e che fosse stato tutto un incubo ma sta succedendo davvero. Di nuovo! Concordo con l'articolo di Gramellini su La Stampa di oggi che, citando un suo lettore, scrive: " Non uno, dicasi uno, che indichi una visione del mondo, una direzione di marcia. Non una parola, dicasi una, su agricoltura, urbanistica, filiere a chilometro zero, turismo, cultura, protezione del territorio, trasporti, scuola, ospedali. Non un progetto, dicasi uno, che tenga insieme le voci di quell’elenco e magari vi aggiunga gli asili nido e l’assistenza a malati e anziani. La vita vera. Quella di cui parlano a cena, e non su twitter, le persone vere. Cosa hanno realizzato i candidati nel corso della carriera sui temi che riguardano «noi» e non «loro»? Cosa pensano della Cina, della Russia, delle guerre in corso nel mondo, di tutto ciò che succede in un raggio maggiore di dieci centimetri dal loro ombelico? Nel silenzio degli interessati, l’unico programma elettorale lo stanno scrivendo, giorno per giorno, le famiglie, le associazioni di volontariato e le aziende che mandano avanti la baracca e, non ricevendo nulla dalla politica, si accontenterebbero che la politica smettesse di intralciarle con la burocrazia".  Ma noi davvero andremo a votarli?  Le uniche parole serie e realistiche mi sono sembrate quelle di Crozza che sei si candidasse probabilmente verrebbe eletto Premier a furor di popolo perchè se dobbiamo ridere di questa situazione, almeno che ci faccia ridere un professionista! "Buon 2012! Un nuovo anno non possiamo permettercelo". "I nuovi è impossibile votarli perché non li conosciamo, i vecchi perché li conosciamo. A parte Monti che sembrava super partes e che invece è sempre in televisione, ogni partes".
A Piero Grasso: "In Parlamento vuole andarci e non occuparsi più di mafia. Ma è una copertura, vero? Vuole studiare il nemico da vicino. Mi tolga una curiosità: se incontra Dell’Utri in Parlamento lo saluta o lo interroga?"  Ecco il pezzo completo su youtube Crozza a Ballarò 8 gennaio 2013
Tuttavia la battuta migliore arriva quasi sul finale proprio da Grasso: “Partirà un controllo sugli impresentabili dalla commissione garante attraverso un’autocertificazione“. Un'autocertificazione??? Non sapevo più se ridere o piangere.....
Il genetista Edoardo Boncinelli sintetizza così la puntata: “Noto una totale mancanza del senso del ridicolo“. Applausi scroscianti del pubblico! Grazie di averlo detto: sei tutti noi!!!
Per una sintesi della trasmissione Ballarò in pillole 8 gennaio 2013
Ma la cosa più inquietante sono i sondaggi, pare che il popolo degli indecisi di giorno in giorno si assottigli, cioè a questo punto a non sapere che fare siamo rimasti circa il 30%. Vorrei capire, ma tutti gli altri come fanno? Con che "coraggio" mettono quella X sulla scheda elettorale? Con quali prospettive? Con speranze realistiche, non credo. Qualcuno me lo spieghi, lo chiedo senza polemica. Qualcuno mi dia una ragione per votare, perchè io non ne trovo più. Se la scelta è Bersani in coalizione con Monti, o Berlusconi redivivo con tutti i suoi pianeti satelliti, che alternativa abbiamo? E' come scegliere se suicidarsi sotto un treno o sotto un camion.... Lo ammetto, sono vissuta finora come una stupida idealista. Per me il voto significava credere in qualcosa, in qualche ideale, in un’appartenenza politica, in un colore,  aver voglia di partecipare, cambiare, lottare!  Per la prima volta non so se voterò. Ho sempre pensato che non andando a votare si perda anche il diritto di lamentarsi, perché ci si rifà alla decisione della maggioranza, e a quel punto chiunque viene eletto ci deve andare bene comunque. Ma in questo caso chi vince o perde è lo stesso, e non so se voglio essere complice di questa ennesima pagliacciata elettorale. Votare, per me, è sempre stato un segno di rispetto per chi era morto per darmi questo diritto (per quanto banale possa sembrare non è cosi scontato anche ai nostri giorni avere il diritto di votare). Per questo non ho mai rinunciato ad esercitare questo diritto, nella consapevolezza del suo valore. Ma ora sto cominciando a domandarmi, se proprio non andando a votare si dimostri  quanto valga il voto, e si dimostri rispetto verso coloro che prima di me, e più di me, hanno creduto nella democrazia tanto da morire per essa. Il mio voto lo considero importante, talmente importante che, al momento, non vedo nessuno degno di poterlo ottenere.

Ruel Pascual
Sandro Pertini, allora presidente della Camera, a Nantas Salvalaggio in un' intervista per la Domenica del Corriere nel 1974, disse: "Il problema a mio parere è semplice: non c' è ragione al mondo che giustifichi la copertura di un disonesto, anche se deputato. Ma non ti rendi conto, m' ha rimproverato uno, che qui crolla tutto, è in gioco l' intero sistema? Il sistema? dico io: ma io me ne infischio del sistema, se dà ragione ai ladri. Lo scandalo più intollerabile sarebbe quello di soffocare lo scandalo. L' opinione pubblica non lo tollererebbe. E io, neppure. Ho già detto alla mia Carla: tieni pronte le valigie, potrei piantare tutto!" E ancora:  "Lei vuol sapere qual è l' insidia più grande per un uomo politico? Quella di innamorarsi del potere, credo. Un uomo che ha paura di perdere la poltrona, l' influenza sugli altri uomini, i telefoni, i quadri d' autore alle pareti, la limousine di Stato, ebbene quello è un uomo perduto".  Esiste ancora qualcuno che, indipendentemente dal colore politico, possa dare valore a queste parole? 


18 commenti:

  1. Pertini e altri della sua generazioni son stati UOMINI DI STATO, ora abbiamo solo POLITICANTI.
    Non ho risposte alle tue domande, come te ho guardato ballarò con lo stesso sgomento e non so neppure io se andrò a votare.

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  2. Hai letto oggi saviano? Cosentino, Cesaro, Laboccetta, Milanese tutti implicati in inchieste gravissime e tutti ricandidati in Campania. Niente di buono per la regione con il più alto bacino di voti di scambio d'Italia. Uno schifo!

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  3. Le conclusione dello “scienziato” sono state illuminanti “superato il senso del ridicolo ” abbiamo visto il proliferare di nuove liste elettorali con capi e capetti per aprire nuovi centri di potere e prepararci ad una nuova legislatura senza una maggioranza chiara . Ora che Bersani ha preparato le liste elettorali ; se sarà lui a guidare il futuro governo ci dica anche che oltre al conflitto d’interessi nei primi cento giorni varerà una legge per ridurre drasticamente il numero dei parlamentari come era già stato promesso. Poi potremo finalmente chiedere ai cittadini responsabilità e rigore. Daltro canto abbiamo visto nei sondaggi solo il 5% dell’elettorato, crede alle favole e nei governi dei “tarallucci e vino.” Ma tu metti in risalto tra le righe una questione morale o meglio etica, e la mia risposta è no, non esistono più uomini che abbiamo la dirittura morale per innalzare il paese, questi riescono a malapena a star ritti sulle loro poltrone.

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  4. sistema penati che avanza, per carita’, ci vogliono poveri e spiati come nei paesi ex socialisti, solo loro, gli illuminati dal divino a ostriche e champagne, il popolo con la trabant, ma per favore…

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  5. Non andare a votare per pregiudizio nei confronti della classe politica, è qualunquistico. Scegliere chi deve governare è semplicemente un dovere civico, che a ripercussioni sulla vita di tutti. Il senso di impotenza che si prova nel non vedere realizzate le proprie aspettative, è forse dovuto al fatto che non si partecipa direttamente alla selezione e scelta dei rappresentanti, e ci si abbandona ad un sentimento irrazionale fatalistico. Non ci si iscrive a partiti o movimenti, non si leggono scritti di politica anche solo cronaca, non si segue il dibattito sulle questioni, fidando nei portavoce o galoppini faziosi nella stampa e nei media. Ci sono iniziative rivoluzionarie in poltica e vengono da gente non del “mestiere”, ma sono poco seguite quando non deliberatamente screditate perchè impopolari o troppo dirompenti del sistema stabilizzato. La democrazia diretta è possibile soltanto se viene eletto il candidato scelto e noto all’elettore. Ma dobbiamo volerlo, seguendo, senza infantili paure di disatro, quelli che lo propongono.

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  6. Lo so, hai ragione, la non partecipazione non è mai la risposta. Scomoderò Platone "Una delle punizioni che ti spettano per non aver partecipato alla politica è di essere governato da essere inferiori"...il problema anche che anche partecipando alla fine saremo governati lo stesso da esseri inferiori.

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  7. ma lo stai vedendo da santoro?oddio...per la parte ignorante (che ne e' la maggioranza a quanto pare) di questo paese e' stata sicuramente una trappola riuscita

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  8. Purtroppo a tanti italiani piacciono gli istrioni. O avrebbe perso anche nel 94.

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  9. son senza parole avrà guadagnato altri punti ma possibile?

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  10. ultimo_raggio_di_luna11 gennaio 2013 alle ore 10:11

    Hai ragione, io votero’ solo perche’ mi scoccia lasciare che gli altri decidano per me, ma ho perso la fiducia nella politica da molti anni, e dopo queste elezioni non cambiera’ nulla, anzi, andremo sempre in peggio. Sono disgustata soprattutto alla luce di quel che sto sentendo in quest giorni in televisione.

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  11. Come ha scritto Saviano oggi:
    Guardando "Servizio pubblico" ieri ho avuto fortissima la percezione di non appartenere a questo paese.

    Io invece ne ho avuto la conferma.

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  12. per rimanere in tema ..."bisogna farne di strada per diventare cosi' coglioni ,da non riuscire piu' a capire che non ci sono poteri buoni" F.De Andre'

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  13. Ogni tanto trovo qualcuno che la pensa come me. Io personalmente penso di andare a non votare.

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  14. IO VOTO PER ME! SON TUTTI LADRI!

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  15. Uno vale un partito! Create la vostra lista, il vostro logo, con il vostro nome e VOTATE! VOTATE! VOTATE!

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  16. Se permetti un metodo migliore c'è: recarsi al seggio, farsi registrare come votante e poi chiedere al presidente di seggio di mettere a verbale che si intende rifiutare il voto perché, ad esempio, non ci sentiamo rappresentati da nessuna delle forze politiche presenti. Quindi allo spoglio la nostra scheda bianca non potrà essere manipolata, noi faremo parte dei VOTANTI e non degli AVENTI DIRITTO e questo si ripercuote poi sui premi di maggioranza ovvero la "greppia" a cui tutti tendono: il peggior spregio che si possa fare alla partitocrazia!

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  17. “se il tuo occhio da scandalo,CAVALO!se il tuo piede da scandalo,TAGLIALO!se la tua mano da scandalo,TAGLIALA!” Noi che desideriamo una Politica (arte di governare uno Stato) pulita, onesta,etica,dignitosa e che per questo NON SIAMO assolutamente ANTIPOLITICA, dobbiamo trovare il modo di TAGLIARE e quindi mandare a casa tutti i politici indecentemente, indicibilmente,insopportabilmente,infinitamente,disgustosamente ecc.ecc. SCANDALOSI!.

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  18. IO NON VOTERO'
    credo che sia scandaloso votare per queste persone diventiamo loro complici

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Benvenuto o benvenuta. Ti ringrazio di avermi letto e se vorrai lasciare il tuo commento mi farà piacere....positivo o negativo che sia.