Per augurarvi una dolce notte....
Non mi è spiaciuto di servirti anche quando il tuo cuore era altrove.
Non mi è spiaciuto di seguirti con l'anima in ogni posto in ogni dove.
Cerco una rima con amore che non sia cuore o dolore.
Poiché dell'amore mi ricordo. Quello fatto contro i muri.
Con le nostre ombre come rami avvinghiati ai nostri corpi.
L'amore fatto in fretta per paura che arrivasse qualcuno.
L'amore che rubava le fiamme al furore degli occhi.
Rubava il tempo al tempo scaduto.
Oliviero Malaspina
Ascolta: Erykah Badu feat.Stephen Marley - In Love with You
giovedì 31 gennaio 2013
martedì 29 gennaio 2013
UN DESIDERIO
Un fuoco che ti divora
nelle tue fantasie solitarie.
nelle tue fantasie solitarie.
Una voce che urla dentro di te.
La passione che non dà pace
al tuo corpo.
al tuo corpo.
Il mare calmo dopo la tempesta.
Una luce che ti abbaglia.
Un brivido. Un’allucinazione.
Una morte e una rinascita.
La partenza e l’arrivo
del tuo lungo viaggio.
del tuo lungo viaggio.
Una stanza calda dove rifugiarti
nelle notti d’inverno.
Questo voglio essere per te.
La bambina col cappotto azzurro-cielo
La bambina col cappotto azzurro- cielo@copyright
La bambina col cappotto azzurro- cielo@copyright
lunedì 28 gennaio 2013
CORRO COME IL VENTO CHE SOFFIA
E’ stata subito attrazione fatale tra me e quel manto rosso. Ogni volta che poso i piedi là sopra e comincio a correre mi sento come catapultata in un altro mondo, un’altra dimensione. All’inizio la mente annaspa nei problemi di tutti i giorni, ma dopo un pò è come se nuotassi nell’aria, non penso più a niente, l’istinto prende il sopravvento, lascio che corpo e mente diventino una cosa sola con la pista e seguano semplicemente i ritmo dei piedi. Non mi piace correre contro qualcuno per arrivare prima; sì lo ammetto ho un forte orgoglio che mi spinge ad essere competitiva, ma soprattutto mi piace correre contro il tempo perchè solo così posso davvero capire i miei progressi, i miei limiti, i miei punti forti e quelli deboli. Solo così posso davvero migliorare. La sfida è contro me stessa non contro gli altri. Non sono ammesse sconfitte, non ci si può ritirare, non importa arrivare prima o ultima, la vittoria è nel dare il massimo, contro me stessa, sempre. E quando incontro un ostacolo non posso svincolare, non posso rimandare nè avere esitazioni: devo superarlo e prepararmi ad incontrarne tanti altri.
Corro contro il mio corpo e i suoi limiti, per superarli e spingermi sempre un pò più in là, per sfidare i muscoli indolenziti, il respiro affannoso, e il battito impazzito.
Corro contro i cronometri, quello della pista e quello della vita, che avanzano veloci ed inesorabili e vorrebbero costringermi alla resa. Mai!
Corro contro i miei anni che scivolano via, ed io dietro ad inseguire i miei sogni, passo dopo passo, vado incontro al futuro in fondo a quella pista che sembra infinita.
Corro perchè se non lo faccio scalpito come una puledra chiusa in un recinto che ha voglia di galoppare su praterie sterminate…
Corro perchè è l’unico modo per spezzare le mie catene e sentirmi finalmente libera!
Corro e mentre sto correndo penso "Ma chi me l’ha fatto fare? Ora mi fermo, ora mollo tutto!"
Ma poi succede sempre qualcosa, come un’esplosione dentro di me, una reazione chimica, e l’orgoglio, la disperazione o semplicemente i piedi e la voglia di di arrivare mi portano fino in fondo.
E quando arrivo al traguardo posso guardare indietro e dire: ce l'ho fatta! Un attimo dopo la fatica e il dolore non li ricordo più, ma quella soddisfazione, quella sensazione inebriante quella sì che la ricordo, mi resta dentro e sulla pelle come un orgasmo prolungato e profondo e cancella tutti i pensieri negativi.
Così con ancora addosso il sudore della corsa comincio già a pensare alla prossima gara: ma sì la prossima volta parto più piano, la prossima volta faccio più lunghi, la prossima volta bevo di più ai primi rifornimenti, la prossima volta …
Ma poi succede sempre qualcosa, come un’esplosione dentro di me, una reazione chimica, e l’orgoglio, la disperazione o semplicemente i piedi e la voglia di di arrivare mi portano fino in fondo.
E quando arrivo al traguardo posso guardare indietro e dire: ce l'ho fatta! Un attimo dopo la fatica e il dolore non li ricordo più, ma quella soddisfazione, quella sensazione inebriante quella sì che la ricordo, mi resta dentro e sulla pelle come un orgasmo prolungato e profondo e cancella tutti i pensieri negativi.
Sì, credo che questa sia la magia della corsa: più soffri più te ne innamori. Con la pioggia e con il vento, col caldo torrido di agosto, con lo smog e le salite impervie, con le scarpe scassate che hanno macinato km su km, se hai provato quella magia non ci puoi più rinunciare, è dentro di te.
Corro perchè sono viva e finchè avrò fiato correrò.
"Corro come il vento che soffia!" diceva Forrest Gump La bambina col cappotto azzurro-cielo
La bambina col cappotto azzurro- cielo@copyright
domenica 27 gennaio 2013
27 gennaio - per non dimenticare...
Perchè bisogna ricordare? Perchè quando si
spegne la voce di chi può raccontare inevitabilmente il ricordo della
tragedia scolora, si affievolisce, sembra appartenere ad un altra epoca,
ad altre generazioni, sembra non toccarci più. Sembra irripetibile. Invece l'odio e la morte possono tornare e spesso lo fanno,
con altri nomi e altri volti, ma ritornano se glielo lasciamo fare.
Per questo occorre ricordare sempre, perchè il ricordo rimanga vivo come
una ferita aperta, e il dolore di quella ferita bruciandoci la pelle,
ci ricordi ciò è stato, perchè non sia mai più.
Io ho conosciuto un ebreo polacco, che ha portato fino alla morte il numero di matricola con cui venivano tatuati nei campi...un giorno gli dissi: Larry (il suo nome dopo essersi trasferito negli usa alla fine della guerra), dimmi Larry, i tatuaggi ora si possono togliere, perché lo tieni ancora?....
Mi rispose:
per te, per voi... Perché sappiate...
Quando morì si fece cremare "per raggiungere i suoi compagni nelle nuvole".
G.C.
Un film meraviglioso, TRAIN DE VIE, da vedere assolutamente, questa è la scena finale...
Train de vie - Un treno per vivere - Scena finale
Son morto con altri cento, son morto ch' ero bambino, passato per il camino e adesso sono nel vento....
Io ho conosciuto un ebreo polacco, che ha portato fino alla morte il numero di matricola con cui venivano tatuati nei campi...un giorno gli dissi: Larry (il suo nome dopo essersi trasferito negli usa alla fine della guerra), dimmi Larry, i tatuaggi ora si possono togliere, perché lo tieni ancora?....
Mi rispose:
per te, per voi... Perché sappiate...
Quando morì si fece cremare "per raggiungere i suoi compagni nelle nuvole".
G.C.
Un film meraviglioso, TRAIN DE VIE, da vedere assolutamente, questa è la scena finale...
Train de vie - Un treno per vivere - Scena finale
Son morto con altri cento, son morto ch' ero bambino, passato per il camino e adesso sono nel vento....
sabato 26 gennaio 2013
Buon week end a tutti...con una favola blu
Illustrazione: Mariarita Brunazzi |
Una
volta il semaforo che sta a Milano, in piazza del Duomo fece una
stranezza. Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu, e la
gente non sapeva più come regolarsi. “Attraversiamo o non attraversiamo?
Stiamo o non stiamo?” Da tutti i suoi occhi, in tutte le direzioni, il
semaforo diffondeva l’insolito segnale blu, di un blu che così blu il
cielo di Milano non era stato mai. In attesa di capirci
qualcosa gli automobilisti strepitavano e strombettavano, i
motociclisti facevano ruggire lo scappamento e i pedoni più grassi
gridavano: “Lei non sa chi sono io!” Gli spiritosi lanciavano frizzi:
“Il verde se lo sarà mangiato il commendatore, per farci una villetta in
campagna. Il rosso lo hanno adoperato per tingere i pesci ai Giardini.
Col giallo sapete che ci fanno? Allungano l’olio d’oliva.” Finalmente
arrivò un vigile e si mise in mezzo all’incrocio a districare il
traffico. Un altro vigile cercò la cassetta dei comandi per riparare il
guasto, e tolse la corrente. Prima di spegnersi il semaforo blu fece in
tempo a pensare: “Poveretti! Io avevo dato il segnale di - via libera -
per il cielo. Se mi avessero capito, ora tutti saprebbero volare. Ma
forse gli è mancato il coraggio.
Il semaforo blu
Gianni Rodari
venerdì 25 gennaio 2013
Nannarella.....
Lo ammetto,
ho un carattere eccessivo e smodato.
Non mi so frenare,
Non mi so frenare,
ogni volta che amo mi impegolo
fino ai capelli.
fino ai capelli.
Sapessi che strazio, poi, uscirne vivi,
che tragedia scappare!
E una mattina ti svegli nel letto
che tragedia scappare!
E una mattina ti svegli nel letto
e non hai più sangue.
Ma poi ricomincia, ed è meraviglioso.
Anna Magnani
Ma poi ricomincia, ed è meraviglioso.
Anna Magnani
giovedì 24 gennaio 2013
Memorie di una Geisha ....
Per dare la buonanotte a tutti, una citazione da uno dei miei romanzi preferiti....
Ma come posso descrivere ciò che vidi in quell’attimo?
Mi stava guardando nello stesso modo in cui un musicista fissa il proprio strumento un istante prima di cominciare a suonarlo, con affetto e padronanza.
Ebbi l’impressione che potesse leggere dentro di me
come se fossi stata parte di lui.
Quanto avrei dato per essere lo strumento che lui suonava!
Arthur Golden, "Memorie di una Geisha"
DES'REE - I'M KISSING YOU
Ma come posso descrivere ciò che vidi in quell’attimo?
Mi stava guardando nello stesso modo in cui un musicista fissa il proprio strumento un istante prima di cominciare a suonarlo, con affetto e padronanza.
Ebbi l’impressione che potesse leggere dentro di me
come se fossi stata parte di lui.
Quanto avrei dato per essere lo strumento che lui suonava!
Arthur Golden, "Memorie di una Geisha"
DES'REE - I'M KISSING YOU
STUPIDARIO MASCHILE (le scuse più usate dagli uomini per scaricare noi donne)
La vita sarebbe piu' facile se un uomo andasse da una donna le dicesse
"voglio fare sesso con te". Così si potrebbe rispondere sì oppure no, ma almeno sarebbe tutto trasparente. E questo non accade mai. Gli uomini hanno troppa paura di un rifiuto, pensano che noi donne abbiamo bisogno di credere certe cose per dire di sì (amore, favole, principi azzurri ecc) e sono disposti a farcele credere
pur di raggiungere il loro scopo. Scopo a cui dedicheranno ogni istante del loro tempo e ogni loro energia per giorni, settimane, talvolta mesi, senza limite alcuno alle fesserie che potranno fare e dire per arrivare finalmente all'agognato momento in cui ..... riusciranno finalmente a portarci a letto. Da quel momento in poi cambierà tutto.
Illustrazione Klaas Verplancke |
Risp: E quindi? questo ti rende meno stronzo?
2) Lui: Manchi anche a me, ma cosa posso farci?
Risp: Hai ragione non sforzarti, hai già fatto pure troppo a concludere una frase di senso compiuto...
3) Lui: Io non sono come gli altri, non ti farò mai soffrire.... (sottotitolo: per questo ti lascio)
Risp: Vero, non sei come gli altri...sei peggio!
4) Lui: Sono stanco, ho un sacco di cose per la testa......
Risp: Sì certo...il calcetto, gli amici, il bar, youporn...
5) Lui: Sei la persona giusta al momento sbagliato....
Risp: Per te è sempre il momento sbagliato, sei nato che il momento era già sbagliato
6) Lui: Mi serve un po’ di tempo per ritrovare me stesso... in alternativa: devo ritrovare il mio equilibrio...
Risp: e ovviamente l'hai cercato nel letto di qualcun altra....
6bis) Lui: Non so più chi sono....
Risp: E' meglio che tu non lo scopra mai...potresti spaventarti.
Illustrazione Janice Nadeau |
le varianti possono essere: Appena posso ti chiamo ..... Domani ti chiamo.... Dalla settimana prossima sono più libero e ci sentiamo.....Vado in vacanza all’estero, ma ti chiamo appena torno....
Volevo chiamarti ma poi non so cos'è successo....
Queste non si possono neppure commentare...
8) Lui: Meriti di meglio .....Tu sei troppo non ti merito...
Risp: Hai davvero ragione!
9) Lui: Ho bisogno di più spazio....
Risp: Non sarà che hai messo su troppa pancia ultimamente, prova con una dieta!
10) Lui: Sono talmente attratto da te che è meglio se non ci vediamo perchè rischio di innamorarmi....
Risp: Io non corro certo questo rischio con te....
And the winner is....Il primo premio assoluto va a: Lui dice: Non sei tu, sono io....
L'unica risposta possibile è.....Ma vaff....
A voi la parola care amiche....chi vuole può completare la lista....
mercoledì 23 gennaio 2013
Tenera è la notte ...
"Gli era salita sulle scarpe abbracciandolo forte.
Lui le aveva stretto il viso e lo aveva sollevato,
come un libro aperto.
“Pensa a quanto mi ami in questo momento”,
gli sussurrò.
“Non posso chiederti di amarmi sempre così, ma di ricordare sì.
Da qualche parte dentro di me ci sarà sempre la persona che sono stasera”.
Francis Scott Fitzgerald
"Tenera è la notte"
.... e su gentile suggerimento una splendida
Des'ree- Why should I love you?
lunedì 21 gennaio 2013
Secondo me la donna ....
Secondo me la donna, e l’uomo, sono destinati a diventare, uguali. In
questa nostra epoca, la civiltà si è data un gran da fare, per attenuare
certe differenze che erano causa di profonda ingiustizia. C’è stato un
graduale avvicinamento, nel modo, di comportarsi, di sentire, di
pensare. Insomma, di vivere. Fino alla tanto sospirata parità.
Però, secondo me all'inizio di tutto, c'è sempre una donna.
Secondo me la donna è stato il secondo errore di Dio. Il primo...
Secondo me una donna è donna da subito. Un uomo è uomo a volte prima, a volte dopo. A volte mai.
Secondo me una donna è coinvolta sessualmente in tutte le vicende della vita. A volte persino nell'amore.
Secondo me una donna innamorata imbellisce. Un uomo... rincoglionisce.
Secondo me in un salotto quando non c'è neanche una donna è come recitare in un teatro vuoto. Se invece non c'è neanche un uomo, tra le donne si crea una complice atmosfera di pace. Appena arriva un uomo è la guerra.
Secondo me un uomo che si vanta di iniziare le donne ai piaceri dell'amore è come il turista che mostra alla guida le bellezze della città.
Secondo me per una donna che non ha fortuna in amore non si può usare il termine "sfigata".
Secondo me un uomo che dice di una donna "quella lì la dà via"meriterebbe che a lui le donne non gliela dessero proprio mai.
Secondo me una donna che fa l'amore per interesse è una puttana. Se lo fa invece perché le piace è... non c'è la parola.
Secondo me una donna che dice a un uomo con cui sta facendo l'amore "Come con te con nessuno" andrebbe comunque arrestata per falsa testimonianza.
Secondo me le donne quando ci scelgono non amano proprio noi... forseuna proiezione, un'immagine, un sogno. Ma quando ci lasciano siamo proprio noi quelli che non amano più.
Secondo me il primo maschilista è stato Dio che si è fatto uomo. Però io, se fossi stato Dio, non so se la donna l'avrei firmata.
Secondo me una donna che si offre sessualmente a un uomo ed è respinta rimane sconcertata. Non ci può credere. Il suo primo pensiero è che lui sia omosessuale, ma in genere questa versione non regge. E allora pensa: 'Eh già, lui si difende... ha paura di essere troppo coinvolto emotivamente... oppure si sente bloccato dall'eccessiva eccitazione...'Il fatto che lei possa non piacere è un'ipotesi che non può assolutamente prendere in considerazione.
Donna, l'angelo ingannatore. L'ha detto Baudelaire.
Donna, il più bel fiore del giardino. L'ha detto Goethe.
Donna, femina maliarda. L'ha detto Shakespeare.
Donna, sei tutta la mia vita. L'ha detto un mio amico ginecologo.
Secondo me una donna che oggi fa la madre di famiglia e rinuncia a lavorare, sbaglia. Se invece lavora e rinuncia a fare la madre di famiglia, sbaglia. Se cerca contemporaneamente di lavorare e di fare la madre di famiglia'... sbaglia. Sbaglia comunque. L'uomo invece non sbaglia mai. Sono secoli che sa quello che deve fare. Forse è per questo che è così intronato. O forse anche per qualche altra ragione...
Sì, secondo me la donna e l’uomo, sono destinati a rimanere assolutamente differenti. E contrariamente a molti io credo che sia necessario mantenerle se non addirittura esaltarle queste differenze. Perché proprio da questo scontro incontro, tra un uomo e una donna, che si muove l’universo intero.
All’universo non gliene importa niente dei popoli e delle nazioni, l’universo sa soltanto che senza due corpi differenti, e due pensieri differenti, non c’è futuro.
Clicca per ascoltare: SECONDO ME LA DONNA - Giorgio Gaber
Illustrazione: Massimo Falsaci
Primo Premio "Trofeo Gaber". Titolo: Il Signor G. Tecnica: acrilico su tela
massimofalsaci.it
Però, secondo me all'inizio di tutto, c'è sempre una donna.
Secondo me la donna è stato il secondo errore di Dio. Il primo...
Secondo me una donna è donna da subito. Un uomo è uomo a volte prima, a volte dopo. A volte mai.
Secondo me una donna è coinvolta sessualmente in tutte le vicende della vita. A volte persino nell'amore.
Secondo me una donna innamorata imbellisce. Un uomo... rincoglionisce.
Secondo me in un salotto quando non c'è neanche una donna è come recitare in un teatro vuoto. Se invece non c'è neanche un uomo, tra le donne si crea una complice atmosfera di pace. Appena arriva un uomo è la guerra.
Secondo me un uomo che si vanta di iniziare le donne ai piaceri dell'amore è come il turista che mostra alla guida le bellezze della città.
Secondo me per una donna che non ha fortuna in amore non si può usare il termine "sfigata".
Secondo me un uomo che dice di una donna "quella lì la dà via"meriterebbe che a lui le donne non gliela dessero proprio mai.
Secondo me una donna che fa l'amore per interesse è una puttana. Se lo fa invece perché le piace è... non c'è la parola.
Secondo me una donna che dice a un uomo con cui sta facendo l'amore "Come con te con nessuno" andrebbe comunque arrestata per falsa testimonianza.
Secondo me le donne quando ci scelgono non amano proprio noi... forseuna proiezione, un'immagine, un sogno. Ma quando ci lasciano siamo proprio noi quelli che non amano più.
Secondo me il primo maschilista è stato Dio che si è fatto uomo. Però io, se fossi stato Dio, non so se la donna l'avrei firmata.
Secondo me una donna che si offre sessualmente a un uomo ed è respinta rimane sconcertata. Non ci può credere. Il suo primo pensiero è che lui sia omosessuale, ma in genere questa versione non regge. E allora pensa: 'Eh già, lui si difende... ha paura di essere troppo coinvolto emotivamente... oppure si sente bloccato dall'eccessiva eccitazione...'Il fatto che lei possa non piacere è un'ipotesi che non può assolutamente prendere in considerazione.
Donna, l'angelo ingannatore. L'ha detto Baudelaire.
Donna, il più bel fiore del giardino. L'ha detto Goethe.
Donna, femina maliarda. L'ha detto Shakespeare.
Donna, sei tutta la mia vita. L'ha detto un mio amico ginecologo.
Secondo me una donna che oggi fa la madre di famiglia e rinuncia a lavorare, sbaglia. Se invece lavora e rinuncia a fare la madre di famiglia, sbaglia. Se cerca contemporaneamente di lavorare e di fare la madre di famiglia'... sbaglia. Sbaglia comunque. L'uomo invece non sbaglia mai. Sono secoli che sa quello che deve fare. Forse è per questo che è così intronato. O forse anche per qualche altra ragione...
Sì, secondo me la donna e l’uomo, sono destinati a rimanere assolutamente differenti. E contrariamente a molti io credo che sia necessario mantenerle se non addirittura esaltarle queste differenze. Perché proprio da questo scontro incontro, tra un uomo e una donna, che si muove l’universo intero.
All’universo non gliene importa niente dei popoli e delle nazioni, l’universo sa soltanto che senza due corpi differenti, e due pensieri differenti, non c’è futuro.
Clicca per ascoltare: SECONDO ME LA DONNA - Giorgio Gaber
Illustrazione: Massimo Falsaci
Primo Premio "Trofeo Gaber". Titolo: Il Signor G. Tecnica: acrilico su tela
massimofalsaci.it
Testo della canzone Secondo me la donna di Giorgio Gaber dall'album
Gaber 96-97
Secondo me all'inizio c'è sempre una donna. Secondo me la donna è stato
il secondo errore di Dio. Il primo... Secondo me una donna è donna da
subito. Un uomo è uomo a volte prima, avolte dopo. A volte mai. Secondo
me una donna è coinvolta sessualmente in tutte le vicende dellavita. A
volte persino nell'amore. Secondo me una donna innamorata imbellisce. Un
uomo... rincoglionisce. Secondo me in un salotto quando non c'è neanche
una donna è comerecitare in un teatro vuoto. Se invece non c'è neanche
un uomo, tra ledonne si crea una complice atmosfera di pace. Appena
arriva un uomo è la guerra. Secondo me un uomo che si vanta di iniziare
le donne ai piaceridell'amore è come il turista che mostra alla guida le
bellezze dellacittà. Secondo me per una donna che non ha fortuna in
amore non si può usare il termine "sfigata". Secondo me un uomo che dice
di una donna "quella lì la dà via"meriterebbe che a lui le donne non
gliela dessero proprio mai. Secondo me una donna che fa l'amore per
interesse è una puttana. Se lofa invece perché le piace è... non c'è la
parola. Secondo me una donna che dice a un uomo con cui sta facendo
l'amore"Come con te con nessuno" andrebbe comunque arrestata per
falsatestimonianza. Secondo me le donne quando ci scelgono non amano
proprio noi... forseuna proiezione, un'immagine, un sogno. Ma quando ci
lasciano siamoproprio noi quelli che non amano più. Secondo me il primo
maschilista è stato Dio che si è fatto uomo. Peròio, se fossi stato Dio,
non so se la donna l'avrei firmata. Secondo me una donna che si offre
sessualmente a un uomo ed è respintarimane sconcertata. Non ci può
credere. Il suo primo pensiero è che luisia omosessuale, ma in genere
questa versione non regge. E allora pensa: 'Eh già, lui si difende... ha
paura di essere troppo coinvoltoemotivamente... oppure si sente
bloccato dall'eccessiva eccitazione...'Il fatto che lei possa non
piacere è un'ipotesi che non puòassolutamente prendere in
considerazione. Donna, l'angelo ingannatore. L'ha detto Baudelaire.
Donna, il più bel fiore del giardino. L'ha detto Goethe. Donna, femina
maliarda. L'ha detto Shakespeare. Donna, sei tutta la mia vita. L'ha
detto un mio amico ginecologo. Secondo me una donna che oggi fa la madre
di famiglia e rinuncia alavorare, sbaglia. Se invece lavora e rinuncia a
fare la madre difamiglia, sbaglia. Se cerca contemporaneamente di
lavorare e di fare lamadre di famiglia… sbaglia. Sbaglia comunque.
L'uomo invece non sbagliamai. Sono secoli che sa quello che deve fare.
Forse è per questo che ècosì intronato. O forse anche per qualche altra
ragione...
Leggi tutto il testo su: http://singring.virgilio.it/testi/giorgio-gaber/testo-secondo-me-la-donna.html
Leggi tutto il testo su: http://singring.virgilio.it/testi/giorgio-gaber/testo-secondo-me-la-donna.html
PAPA' SEPARATI: I NUOVI POVERI
Nel post precedente, in tono ironico ma non troppo, ho detto la mia sull'immaturità degli uomini della mia generazione, ma ora vorrei affrontare un argomento più grave, che mi vede totalmente dalla parte degli uomini. Se un uomo divorzia ha la garanzia che diventerà povero: dovrà mantenere i figli (cosa giusta), la ex moglie (cosa immorale) e perderà la casa coniugale. Se
una donna divorzia sa che le spese per i figli le pagherà il
marito, avrà un assegno di mantenimento per se stessa e la casa
coniugale, l'auto ecc. ecc. insomma avrà una rendita a vita. Lei si potrà fare un nuovo compagno, anche conviverci e farci dei figli, e l'ex marito continuerà a mantenerla: meglio di una vincita alla lotteria! Trovo davvero immorale che un uomo debba mantenere l'ex moglie. Trovo vergognoso che una donna lo pretenda, soprattutto quando usa la scusante che deve stare a casa a fare la mamma. Può fare la mamma e lavorare come fanno in tante. Quando
è stata fatta la legge sul divorzio aveva senso l'obbligo di mantenere
l'ex moglie: allora la maggior parte delle donne non lavoravano, dipendevano quasi tutte economicamente
dal marito, sicuramente erano poco tutelate. Prima di allora molte donne sopportavano l'infelicità
coniugale perché in caso di separazione non avrebbero avuto di che
vivere. Oggi la situazione si è capovolta: sono gli uomini
che sopportano l'infelicità coniugale per paura di essere rovinati
economicamente. E a dire il vero, cari uomini, non capisco proprio perchè vi sposate sapendo che potrebbe toccarvi la stessa sorte...Perchè diciamocelo, la donna dolce e amorevole che pensate di aver sposato, dopo la separazione diventerà una vampira assetata di sangue, degna della saga di Twilight. Non è meglio una sana convivenza e quando l'amore finisce amici come prima?
Ma torniamo al problema. La crisi economica viene sentita gravemente dai papà separati che finiscono in povertà a vivere sulle strade mentre cercano disperatamente di pagare mantenimenti a mogli,che usano i figli come ostaggi per pretendere sempre di più.
«Mi hanno derubato dell'amore dei miei figli, una delle cose più brutte che possa capitare a un uomo»;
«Se non avessi avuto i miei genitori e la solidarietà degli amici sarei un senza tetto»; «Vivo in un ripostiglio di 7,3 metri quadrati con un letto, una scrivania e una sedia al settimo piano su un terrazzo»; «Per mangiare vado a Sant'Egidio e ho trovato un letto all'asilo notturno».
Queste sono alcune testimonianze di padri disperati che gridano «rivogliamo i nostri figli». Padri defraudati dell'affetto, ridotto spesso a rituali deprimenti, colloqui col contagocce, padri privati di ogni effetto economico, che spesso rinunciano ai colloqui perchè si vergognano di farsi vedere dai figli nelle condizioni di disagio in cui sono costretti. Caritas, Croce Rossa e altre associazioni vedono che sempre più persone fra chi chiede un piatto di minestra ed un letto sono papà separati. In Italia sono 4 milioni e, secondo l'Eurispes, l'80 per cento di loro non riesce a vivere del proprio stipendio, tanto che 800 mila sono sotto la soglia della povertà. E così quando non possono contare sugli anziani genitori o su un'auto da trasformare in casa, finiscono alle mense di carità, in cerca di un piatto caldo e di un luogo in cui dormire. In fila, insieme ai senza tetto, per sostenere gli obblighi economici della separazione. E spesso, a questo ricatto economico non corrisponde neppure la possibilità di vedere regolarmente i propri figli. Nonostante che una legge del 2006 abbia sancito l’affido condiviso, i giudici italiani continuano ad affidare i figli alle madri, mentre i papà vengono esclusivamente caricati del peso economico della separazione. La stessa legge prevede che entrambi i genitori debbano provvedere al sostentamento economico dei figli, cosa che reputo giustissima, i figli si fanno in due e si mantengono in due. Ma come troppo spesso accade in Italia, è una rivoluzione solo sulla carta, perché la pessima applicazione e l'orientamento dei tribunali rendono nulli i propositi del legislatore. Nel 90 per cento dei casi la legge in vigore non viene applicata: i giudici concedono il condiviso solo formalmente, perché i contenuti dei provvedimenti, ossia i tempi di permanenza con i figli e l'assegno sono ancora quelli dell'affidamento esclusivo. Il mantenimento diretto viene negato nel 98 per cento dei casi anche tra due ex coniugi con lo stesso reddito.
Ma torniamo al problema. La crisi economica viene sentita gravemente dai papà separati che finiscono in povertà a vivere sulle strade mentre cercano disperatamente di pagare mantenimenti a mogli,che usano i figli come ostaggi per pretendere sempre di più.
«Mi hanno derubato dell'amore dei miei figli, una delle cose più brutte che possa capitare a un uomo»;
«Se non avessi avuto i miei genitori e la solidarietà degli amici sarei un senza tetto»; «Vivo in un ripostiglio di 7,3 metri quadrati con un letto, una scrivania e una sedia al settimo piano su un terrazzo»; «Per mangiare vado a Sant'Egidio e ho trovato un letto all'asilo notturno».
Queste sono alcune testimonianze di padri disperati che gridano «rivogliamo i nostri figli». Padri defraudati dell'affetto, ridotto spesso a rituali deprimenti, colloqui col contagocce, padri privati di ogni effetto economico, che spesso rinunciano ai colloqui perchè si vergognano di farsi vedere dai figli nelle condizioni di disagio in cui sono costretti. Caritas, Croce Rossa e altre associazioni vedono che sempre più persone fra chi chiede un piatto di minestra ed un letto sono papà separati. In Italia sono 4 milioni e, secondo l'Eurispes, l'80 per cento di loro non riesce a vivere del proprio stipendio, tanto che 800 mila sono sotto la soglia della povertà. E così quando non possono contare sugli anziani genitori o su un'auto da trasformare in casa, finiscono alle mense di carità, in cerca di un piatto caldo e di un luogo in cui dormire. In fila, insieme ai senza tetto, per sostenere gli obblighi economici della separazione. E spesso, a questo ricatto economico non corrisponde neppure la possibilità di vedere regolarmente i propri figli. Nonostante che una legge del 2006 abbia sancito l’affido condiviso, i giudici italiani continuano ad affidare i figli alle madri, mentre i papà vengono esclusivamente caricati del peso economico della separazione. La stessa legge prevede che entrambi i genitori debbano provvedere al sostentamento economico dei figli, cosa che reputo giustissima, i figli si fanno in due e si mantengono in due. Ma come troppo spesso accade in Italia, è una rivoluzione solo sulla carta, perché la pessima applicazione e l'orientamento dei tribunali rendono nulli i propositi del legislatore. Nel 90 per cento dei casi la legge in vigore non viene applicata: i giudici concedono il condiviso solo formalmente, perché i contenuti dei provvedimenti, ossia i tempi di permanenza con i figli e l'assegno sono ancora quelli dell'affidamento esclusivo. Il mantenimento diretto viene negato nel 98 per cento dei casi anche tra due ex coniugi con lo stesso reddito.
Quasi sempre, in base a un principio non scritto, ma consolidato, non
viene garantita la parità e la donna diviene portatrice di diritti
consolidati e l'uomo portatore di soli doveri. E così, tranne casi
sporadici, come la recente decisione del Tribunale per i minorenni di
Trieste di assegnare la casa alla figlia e far alternare i genitori
nelle visite, ciò che accade nei tribunali rasenta l'incredibile. Alla Corte di Civitavecchia e a quella di Brescia hanno pensato persino
di prestampare i provvedimenti. Ingannevoli spazi vuoti con sentenze
già stabilite. Non c'è alcuno spazio da riempire per l'affidamento,
perché scrivono' 'i figli vengono affidati congiuntamente ad entrambi i
genitori, con residenza presso la madre che si occuperà della ordinaria
amministrazione'. Così come non ci sono spazi da riempire al momento di
stabilire le misure economiche 'stabilisce che il marito versi'. Non è
prevista una casistica differenziata, non è previsto che la moglie possa
avere un reddito triplo, che il marito abbia perso il lavoro o sia in
cassa integrazione.
Dal tribunale fanno sapere che si tratta di un refuso. Un refuso di cui
nessuno si è accorto per 5 anni (fino alla scorsa estate questa
modulistica si poteva scaricare direttamente dal sito del Ministero di
Giustizia).
Refuso o no, se è vero che in passato le donne, le madri e i loro figli erano poco tutelate, ora lo sono troppo. In questo modo la giustizia diventa ingiustizia, la troppa tutela di una parte si trasforma in condanna dell'altra parte ad una vita di stenti. Una donna non ha diritto al mantenimento a vita, può andare a lavorare e mantenersi da sola, come farebbe se non fosse sposata. Se finisce il matrimonio ed ognuno se ne va per la sua strada entrambi devono essere in condizione di potersi rifare una vita. Quando sento donne che trattano gli ex mariti come bancomat, impedendogli di vedere i figli, o mettendogli contro, usando i bambini come armi di ricatto, non rendendosi conto ( o forse rendendosi conto ma fregandosene) che così facendo privano i loro figli del legittimo diritto ad avere un padre. Quando sento storie del genere, che purtroppo sono tante, mi vergogno che esistano donne simili e spero che arrivi il giorno che un giudice, magari un giudice donna, dica "Signora si rimbocchi le maniche e se ne vada a lavorare, la pacchia è finita".
Fonte: Liberamente tratto da http://espresso.repubblica.it/dettaglio/papa-separati-i-nuovi-poveri/2177358/1111/0 e nuovi dati Eurispes
domenica 20 gennaio 2013
Come ti si dovrebbe baciare...
Illustrazione: Marta Farina |
Quando ti bacio
non è solo la tua bocca
non è solo il tuo ombelico
non è solo il tuo grembo che bacio.
non è solo la tua bocca
non è solo il tuo ombelico
non è solo il tuo grembo che bacio.
Io bacio anche le tue domande
e i tuoi desideri
bacio i tuoi dubbi
e il tuo coraggio
il tuo amore per me
e la tua libertà da me
io bacio te
così come sei
e come sarai
domani e oltre
Erich Fried
e i tuoi desideri
bacio i tuoi dubbi
e il tuo coraggio
il tuo amore per me
e la tua libertà da me
io bacio te
così come sei
e come sarai
domani e oltre
Erich Fried
DOVE SONO FINITI GLI UOMINI VERI?
Dove sono finiti gli uomini veri? E' una domanda che tra amiche ci facciamo spesso, il più delle volte commentando con amarezza che
no, uomini veri in giro non se ne vedono, neppure l’ombra. E per uomo
vero non intendo uno che se la fa con tutte, che sia volgare o sgarbato, non uno
di quelli con la camicia aperta fin sopra la panza, il tappeto di peli in
bella mostra e la catena d’oro.
Per uomo vero intendo un uomo che sia talmente sicuro di se da non aver bisogno di mentire inventandosi un personaggio solo per far colpo, che poi quando il castello di favole crolla di solito ci rimane sotto e diventa patetico.
Uno che ti apra la porta quando
entri in un locale, che compia con naturalezza quei piccoli gesti che molti definiscono "old style" mentre io li definisco solamente "buona educazione". Che ti paghi una cena senza chiederti "dividiamo il conto?" perchè la parità non significa ineleganza, che ti chiami per dirti a voce “ciao, ti pensavo” anziché mandarti quegli
insulsi sms da baci perugina.
Uno che ti ascolti e si interessi davvero a quello che
dici e che fai, e non che finga di ascoltarti pensando ad altro, solo per portarti a letto. E' davvero triste constatare come all'indomani certi uomini non ricordino neppure una parola dei tanti discorsi fatti.. eppure sembravano pendere dalle tue labbra fino alla sera prima. Tra adulti consenzienti anche una storia di letto senza impegno, ci può stare, ma anche quella, cari uomini, richiede una certa classe, altrimenti tanto vale andare con una bambola gonfiabile. Sono pochi coloro che sanno corteggiare una donna e tanti
che credono di saperlo fare.
Il vero corteggiamento sta nel sorprendere una donna con i fatti e non con le parole, al giorno d'oggi ti riempiono tutti di sms preconfezionati, ma poi alla fine, nei fatti, si rivelano infantili e privi di creatività. Un uomo vero sa farti sentire donna con una parola, uno sguardo, un gesto. Anche quando non c'è, un uomo vero ti fa sentire sempre sua. Un uomo è quello che trasuda passione e non fame di sesso arretrata ed impellenti bisogni da soddisfare. Un uomo che sappia prenderti tra le braccia e senza dirti nulla farti capire "ecco sono qui e non ho bisogno di parlare tanto o di comprarti il mondo perché il mondo te l'ho do quando ti bacio".
Il vero corteggiamento sta nel sorprendere una donna con i fatti e non con le parole, al giorno d'oggi ti riempiono tutti di sms preconfezionati, ma poi alla fine, nei fatti, si rivelano infantili e privi di creatività. Un uomo vero sa farti sentire donna con una parola, uno sguardo, un gesto. Anche quando non c'è, un uomo vero ti fa sentire sempre sua. Un uomo è quello che trasuda passione e non fame di sesso arretrata ed impellenti bisogni da soddisfare. Un uomo che sappia prenderti tra le braccia e senza dirti nulla farti capire "ecco sono qui e non ho bisogno di parlare tanto o di comprarti il mondo perché il mondo te l'ho do quando ti bacio".
Invece il mondo è popolato da
cicciobelli che sanno abbinare i boxer ai calzini, ma non hanno più sicurezze,
incapaci di affrontare una femmina degna di chiamarsi tale, che rimangono
bamboccioni e dormono nel letto di mamma e papà fino ai 48 anni. Insomma bambolotti da portare a spasso come facevamo da bambine....
Uomini che pur di non mettere a dura prova la loro virilità insicura preferiscono l’autoerotismo solitario con youporn piuttosto che una notte di sesso con una donna vera, o si dilettano con mezzora di sesso a pagamento così si evitano la fatica della conquista ed il rischio di un due di picche, oppure si trastullano tra le morbidezze di silicone di un transessuale, pronto a rimembrargli durante una sodomia quanto si sia umiliata e rammollita la loro natura di maschio.
Uomini che pur di non mettere a dura prova la loro virilità insicura preferiscono l’autoerotismo solitario con youporn piuttosto che una notte di sesso con una donna vera, o si dilettano con mezzora di sesso a pagamento così si evitano la fatica della conquista ed il rischio di un due di picche, oppure si trastullano tra le morbidezze di silicone di un transessuale, pronto a rimembrargli durante una sodomia quanto si sia umiliata e rammollita la loro natura di maschio.
Eccoli che ti raccontano quante prodezze e
avventure hanno vissuto, che hanno girato il mondo e ora sono tanto
impegnati da non poterti dedicare un minuto del loro preziosissimo tempo, ti chiameranno quando potranno. Invece poi ti rendi conto che è tutta una sceneggiata per costruirsi un personaggio, e gratta e gratta poi ti
ritrovi con un quarantenne afflitto da sindrome adolescenziale, che prende ancora la paghetta da mammà, che passa le serate a bere con 4 derelitti al bar sotto casa, altro che vita mondana, e le uniche femmine non virtuali che frequenta son madre, nonna, sorelle e la gatta di casa.
Spesso fingiamo di credere alle loro panzane, alcune fingono anche orgasmi, un pò per ingrossare il loro "ego" spaventato, sperando che magari, con un aiutino, riescano ad uscire dal guscio, ma sono talmente grossolani nell'interpretazione del ruolo di maschio che è impossibile non smascherarli. Stiamo al loro gioco per non affondarli definitivamente, perchè in fondo siamo tutte un pò materne, un pò crocerossine. Eccoli inermi, implumi e perennemente indecisi tra restare al caldo nel seno materno e spiccare il volo verso la maturità sessuale, che non hanno la capacità di mettersi in gioco per quello che sono e di mostrare se stessi con orgoglio.
Spesso fingiamo di credere alle loro panzane, alcune fingono anche orgasmi, un pò per ingrossare il loro "ego" spaventato, sperando che magari, con un aiutino, riescano ad uscire dal guscio, ma sono talmente grossolani nell'interpretazione del ruolo di maschio che è impossibile non smascherarli. Stiamo al loro gioco per non affondarli definitivamente, perchè in fondo siamo tutte un pò materne, un pò crocerossine. Eccoli inermi, implumi e perennemente indecisi tra restare al caldo nel seno materno e spiccare il volo verso la maturità sessuale, che non hanno la capacità di mettersi in gioco per quello che sono e di mostrare se stessi con orgoglio.
Certo si può capirli, in
un modo popolato da femministe isteriche pronte a sputare veleno nei confronti
di ogni uomo solo per partito preso, o donzelle che si apparecchiano in
attesa del pollo da sposare pronte a cogliere il minimo segnale di debolezza per mettergli il guinzaglio. Capisco che non è facile districarsi tra tutti questi stereotipi, ma ci sono pure
donne vere che vorrebbero un uomo con cui godersi un rapporto alla pari, senza secondi
fini matrimoniali ma anche senza infantilismi cronici. Non tutte le donne aspirano ad un uomo in tuta e pantofole sul divano tutte le domeniche ma pure un bambolotto, per quanto carino, alla lunga stanca. Ci sono donne che hanno
una loro vita piena e appagante, che non hanno vuoti da riempire con inutili
fantocci, donne che sanno quel che vogliono perchè hanno superarato la fase adolescenziale, che hanno vissuto storie e legami forti, e comunque sia andata hanno imparato e sono state in grado di andare oltre e riprendersi in mano la loro vita, che non hanno voglia di esser considerate bambole gonfiabili ma neanche di fare il surrogato di mammà. Donne a cui non importa se hai la macchina o vai a piedi, sei hai i vestiti firmati o il rolex purchè tu sia te stesso.
Donne che vogliono essere rispettate e
trattate con il giusto modo, che vogliono uno scambio intellettuale degno di questo nome ma anche divertirsi nel letto, goduriose e allegre, pronte a fare l’amore col
proprio uomo, di gusto e non con gli occhi chiusi sperando che finisca. Donne attente al loro corpo senza esserne schiave, che
portano con disinvoltura e orgoglio anche i propri difetti, esibendo il loro corpo
come la mappa della loro vita, e non facce botoxate e culi liposucchiati dal
primo macellaio estetico di turno. Ecco
le donne vere forse sono troppo vere per degli uomini insicuri e fragili. Donne
complete che cercano uomini che sappiano portare fino in fondo un coito senza tante
seghe mentali, e che soprattutto cercano un uomo che le faccia sentire donne
prima e dopo il coito, e non solo durante. Perché è in quello la differenza tra
un uomo vero e uno che non lo sarà mai.
venerdì 18 gennaio 2013
Se non penserò all'amore non sarò niente....
Se oggi dovessi raccontare la mia vita a qualcuno, potrei farlo in maniera
tale che mi giudicherebbe una donna indipendente, coraggiosa e felice. Nient'affatto. A me è proibito menzionare l'unica parola che è più importante
degli undici minuti: "amore".
Per tutta la vita, ho concepito l'amore come una sorta di schiavitù accettata.
E' una menzogna: la libertà esiste solo quando esiste l'amore. Chi si
abbandona totalmente, chi si sente libero, ama al grande estremo. E chi ama al grande estremo, si sente libero. Perciò, nonostante adesso io viva e faccia e scopra tantissime cose, nulla
ha senso. Spero che questo periodo passi velocemente, affinché io possa
tornare a cercare me stessa, incontrando un uomo che mi capisca, che non
mi faccia soffrire. Ma che stupidaggini sto scrivendo? Nell'amore, non si può ferire nessuno.
Ognuno di noi è responsabile di quello che prova, e non può incolpare
l'altro.
Io mi sono sentita ferita quando ho perduto gli uomini dei quali mi ero
innamorata. Oggi sono convinta che non si perda nessuno. Questa è l'autentica esperienza della libertà: avere la cosa più importante
del mondo, senza possederla.
NEPOTISMO: UNA PIAGA ITALIANA
Alejandra Karageorgiu |
Quando si dice che la famiglia è tutto: nella
lista dell'Udc ci sono così tanti parenti che il simbolo è a forma di albero
genealogico. In uno slancio di nepotismo senza freni Casini mette in lista la
cognata, il "quasi" genero
e il marito della sua portavoce, con l’aggiunta del nipote di De Mita come
ciliegina sulla già ricca torta. Insomma le primarie le hanno fatte a cena tra
di loro, più democrazia casalinga di così non si può. Pd e Pdl non sono
da meno: arrivano le "nuove generazioni" di parenti politici...ma
purtroppo la new generation in questo caso non di new non ha niente ma è la
prosecuzione della old generation. Lascia il deputato foggiano Angelo
Cera, per far posto al figlio Napoleone Cera, l’eurodeputato Gino
Trematerra, per far posto al figlio Michele. Anche nel Pd hanno incrementato le
“nuove generazioni” di parenti politici. In Lombardia viene candidata Giulia
Mancini moglie del deputato Claudio, a Benevento la nuora di Floriano Panza,
Anna Chiara Palmieri, a Napoli ricandidata la signora Anna Maria Carloni,
moglie di Bassolino.Nel Pdl, infine, candidate Chiara Geronzi, giornalista del
Tg5 figlia di Cesare, Katia Gentile figlia dell’assessore regionale Pino e
nipote del senatore Antonio Gentile, e Luca Morrione, figlio dell’ex deputato
Ennio. L'elenco potrebbe continuare a lungo e alla fine pur raschiando il fondo
sono davvero poche le new entry, sono tutti candidati-riciclati in formato
casereccio, come quando nelle grandi aziende di stato c'era l'uso di mandarti
in pensione un pò prima però se assumevano tuo figlio. Ecco qui lasciano lo
scranno a cui si son aggrappati per anni purchè rimanga in famiglia, altrimenti
non lo mollano, non sia mai che vada ad uno in gamba e che sappia fare qualcosa
di utile. Si parla tanto di meritocrazia ma pure le candidature si passano di
padre in figlio, come le investiture al trono, insomma siamo ancora al
Medioevo. Però nel Medioevo almeno potevamo scendere in piazza con i
forconi.... Poi ci lamentiamo del nepotismo che vediamo negli ospedali, dove
anziché privilegiare medici validi si privilegia l’assunzione di figli inetti
di primari politicizzati, nelle università dove ci sono intere generazioni di
docenti consanguinei, padri, madri e
figli, amanti e pronipoti, alla faccia dei concorsi pubblici, tutti lì per
merito ovviamente. Poi quelli davvero bravi devono andare all'estero dove si
lavora se si vale e non in virtù del cognome. Certo è pur vero che ognuno ha i
suoi meriti, pure le igieniste dentali e le letteronze. E la cosa drammatica è
che ci sarà chi li vota…. La meritocrazia in Italia non esiste. Non esiste
perché in generale noi italiani (non tutti per fortuna ma la maggioranza)
rifiutiamo che essa esista in quanto davanti ad un'alternativa scegliamo sempre
quella più semplice e più comoda per noi, anche quando significa compiere
un’azione disonesta. La meritocrazia è non è una parola astratta ma un
principio educativo, un fattore base in una cultura civile, un modo di vivere.
Per far tornare la meritocrazia tra noi, semmai c'è stata, ci toccherebbe
compiere un grande sforzo civico, morale, culturale: dovremmo tornare ad essere
onesti.
Tutti
noi cittadini, dal primo all'ultimo, compiere le nostre scelte secondo ciò che
è giusto e non secondo ciò che ci fa comodo. E in questo paese è impossibile.
Se il sistema meritocratico fosse stato attuato in Italia negli ultimi
vent’anni, tutti noi ci saremmo risparmiati vent’anni di berlusconismo con
annesse soubrette, spogliarelliste e starlette. Ma la meritocrazia parte
dal basso, dalle scelte che ognuno di noi fa nella vita di ogni giorno. E
(detto con triste rassegnazione) non vedo meritocrazia intorno a me, a partire
dal posto dove lavoro...A parte la mia modesta e personale opinione c'è quella
del Washington Post. Le grandi testate giornalistiche mondiali sono tali perché
sanno individuare e scegliersi grandi giornalisti. Il quotidiano The Washington
Post non sfugge questa regola aurea e dobbiamo ammettere che Steven Pearlstein
é prima un profondo conoscitore di uomini e poi il giornalista che sa cogliere
l’essenziale, andare subito al sodo, esporlo ad arte. Con la garbata cortesia
anglosassone, che riesce ad usare anche un pizzico di fine ironia pur in
argomenti seri, molto serie. In un recente articolo “Italy’s
culture threatens its economic future” coglie pienamente il
segno nell’individuare il tratto caratteristico degli italiani, l’elemento che
blocca lo sviluppo culturale, politico, sociale ed economico dell’Italia: il
nepotismo. E ne da un giudizio lapidario. Come del prof. sen. Mario Monti: «honest and largely unknown economist».
A
limitare la crescita economica dell’Italia è il nepotismo che porta ad una
gestione mediocre e impedisce ai migliori talenti di crescere. Senza una
rivoluzione culturale e politica è difficile vedere come questo amabile e
affascinante bastione della vecchia Europa possa uscire dalla crisi dell'euro e
costruire un futuro economico. Nepotismo non solo familiare, non sempre
figli o nipoti sono allo stesso livello dei padri o degli zii, ma anche a
livello di scambio di favori tra membri di consorterie reciprocamente vincolati
da indefettibili patti di mutuo soccorso, anche contro ogni possibile buon
senso. E
quasi invariabilmente i raccomandati sono tanto fessi qaunto impreparati: due
caratteristiche che riunite sfociano in una presunzione smisurata. Questo
sia nell’impresa privata, specie quella di dimensione piccole – medie, ma
soprattutto nel pubblico, ove i concorsi sono quasi invariabilmente ad personam. I concorsi
pubblici italiani sembrerebbero l’apice del virtuosismo del più perfetto dei
sistemi nepotistici. Perla dell’articolo è però una frase, riportata quasi in
modo sommesso: impedisce ai migliori talenti di crescere.
Un
pizzico di nepotismo non lo si nega a nessuno ma dosi massicce sono certamente
dannose. Ma quando il nepotismo si spinge al punto di impedire «ai migliori
talenti di crescere», allora quella Collettività é condannata. Invece di
evolversi, si involve in una spirale di decadenza che porta alla fine alla
scomparsa. Ecco perché Pearlstein conclude dicendo che «senza una rivoluzione culturale e politica»
l’Italia non potrà costruirsi un futuro economico.
(http://www.rischiocalcolato.it).
SISTER SLEDGE - We are family
Sono nata con una rivoluzione
“Sono nata con una rivoluzione.
Diciamolo.
E’ in quel fuoco che sono nata,
pronta all’impeto della rivolta fino al momento di vedere il giorno.
Il giorno era cocente.
Mi ha infiammato per il resto della mia vita.
Da bambina, crepitavo.
Da adulta, ero una fiamma.”
Frida Kahlo
Ella Fitzgerald e Louis Armstrong - SUMMERTIME
giovedì 17 gennaio 2013
NON SI POSSONO DOMARE I SOGNATORI
Sono nata per scrivere parole, disegnare sogni su fogli di carta, fotografare volti sconosciuti in paesi persi nel nulla, sono nata per ballare quando il mio cuore piange, per andare oltre questa provincia verso strade nuove, per camminare nel mondo e vedere tutto ciò che c'è da vedere, sono nata per amare, scoprire, conoscere, sono nata per non avere pace. Sono nata per sognare sogni inafferrabili.
Forse una vita è poco, per questo ne ho inventate due e ancora non bastano. Non sono nata per attraversare la vita in punta di piedi, non per essere l'ombra di qualcuno, non per subire passivamente senza reagire. Sono nata per lasciare un segno, per essere ribelle, per cambiare ciò che non vuole essere cambiato, per inventarmi ogni giorno un sogno sempre nuovo da inseguire. Vedo le mie amiche annoiate ma felici con figli, marito, amante, giorni tutti uguali, sere davanti alla tv e domeniche passate all'Ikea, e le invidio, mi chiedo perché non posso essere cosi anche io? Ma so che non posso.
No. Non potrei mai svegliarmi la mattina sapendo che oggi sarà uguale a ieri. Significherebbe che una parte di me è morta e io voglio vivere. A costo di farmi male, voglio vivere! La vita è come l'oceano, puoi fermarti sulla tua isola e rimanere a guardarlo chiedendoti cosa c'è oltre l'orizzonte o puoi esplorarlo stando attenta agli squali. Squali ne ho incontrato tanti ma sono ancora qui. Alla fine sopravvivo sempre. Non è così facile sbranarmi: fragile, emotiva, impulsiva, spesso infantile ma poi tenace, volitiva, testarda, terra del Carso, sangue di gente dura. Sono abituata ad andare in salita a prendere ciò che voglio, ad arrampicarmi con le mani nude fino a ferirmi, la mia vita è sempre stata in salita, senza scorciatoie. Sono abituata alle asperità e alla sofferenza, non mi spaventa soffrire perché ho dentro libri, poesie, persone, filosofie, religioni e viaggi, immagini, volti e luoghi ma soprattutto ho dentro amore, tanto amore.
Non mi arrenderò mai: io so ciò che sono. Ho costruito il mio modo di essere e pensare tra mille sferzate di bora, mille difficoltà affrontando momenti di sole troppo caldo, di pioggia troppo forte, di tormente di neve e raffiche di vento. Il dolore mi fa sentire viva… devo combattere per sentire che esisto…devo farmi male, toccare il fondo per risalire e rinascere…ogni volta più forte….ogni volta più libera!
Sono nata per qualcosa di più, sono molto di più di quel che vedi, non solo un'immagine, non solo un corpo, ma parole, pensieri, anima, sogni, alberi e mare, sono terra e vento, sono passione e fuoco, sono libertà e viaggio, un viaggio senza fine. Questo viaggio è appena cominciato, non so dove mi porterà, forse lontano da te, forse più vicino, ma ovunque andrò so che sarò sola, perché nelle profondità dell'anima nessuno può raggiungermi. Non si può domare un sognatore, non si può domare ciò che non vuol essere domato.
La bambina col cappotto azzurro- cielo@copyright
non si possono domare i sognatori
Non importa quanto sia stretta la porta,quanto piena di castighi la vita.
Io sono la padrona del mio destino:
io sono il capitano della mia anima.
P.Coelho- Aleph
Iscriviti a:
Post (Atom)