Nessuno se l'aspettava alla maturità, eppure Claudio Magris è uno dei più grandi scrittori contemporanei, ma ha un grande difetto per la scuola italiana: è ancora vivo (per sua fortuna) e per esser studiato come merita dovrà attendere il cinquantenario della morte.
Però a sorpresa, un brano tratto da L'infinito viaggiare è uscito tra i temi della maturità. Per chi non l'avesse già fatto L'infinito viaggiare è davvero bellissimo e merita di essere letto. Il viaggio di Magris è allo stesso tempo un viaggio geografico e
culturale, un viaggio dell'anima e dell'essenza più profonda di ognuno di noi. L'autore descrive alcuni dei viaggi più significativi della sua vita, a
volte dei ritorni, oppure impressioni attraversando una frontiera o uno
Stato che magari non esistono più, un'espressione su un viso, o un
gesto, un sapore, un ricordo. Per vedere un luogo occorre rivederlo, come afferma l'autore, il
piacere del conosciuto si assapora di più nel riscoprirlo.
Dalla Spagna all’Inghilterra, Svezia, Norvegia, Germania,
Austria, Cecoslovacchia, Polonia, Australia, Iran, Cina, Vietnam, dalle
Isole Fortunate ai tanti stati dell’Europa centro-orientale, alle città,
foreste, fiumi, mari, deserti di zone remote, quasi l’intero pianeta
viene mostrato dall’autore in queste pagine, con la lingua, la cultura,
l’arte, la vita, gli usi, i costumi, la storia di ogni posto. Ma soprattutto il viaggio viene visto come capacità di possedere la
propria vita essendo capaci di goderne con pienezza ogni istante perchè “partire è anche un lasciarsi andare, mollare la zavorra,
socchiudere gli occhi come quando si guarda il sole, pigliare quel che
viene”. Il
viaggio di cui si parla è una metafora della vita: il viaggio in luoghi lontani e il viaggio attorno alla
propria stanza. Il viaggio di formazione alla ricerca dell'identità e il
viaggio che fa scoprire al viaggiatore la propria fragilità. Il viaggio che ci fa scoprire nuovi posti, e il viaggio che ci fa scoprire noi stessi. Il viaggio al di fuori del nostro microcosmo ed il viaggio dentro di noi. Il viaggio come evasione e come ricordo, come sapore, come incontro, come ritorno....Impossibile bagnarsi due volte nello stesso fiume. E la lezione di
Eraclito vale anche per noi. Per il fiume che siamo e che ci attraversa.
Per come s'increspa e s'acquieta nei nostri attimi. Per questo ogni
incontro con l'altro, che sia un luogo o una persona, è sempre condito
da umori diversi. Come diverso è il filtro dei nostri occhi, che
ri-conoscono stimoli e segni nelle impronte di qualunque sentiero.
Perché il viaggio non ha bisogno di ali. E' sufficiente trasvolare gli
stessi posti con cuore nuovo, con altri giorni e memorie addosso. E
accorgersi che se partire è un po' morire, andare è anche tornare. E poi
rinascere.
"Ci sono luoghi che affascinano perché sembrano radicalmente diversi e
altri che incantano perché, già la prima volta, risultano familiari,
quasi un luogo natio.
Conoscere è spesso, platonicamente, riconoscere,
l'emergere di qualcosa magari ignorato sino a quell'attimo ma accolto
come proprio. Per vedere un luogo occorre rivederlo. Il noto e il
familiare, continuamente riscoperti e arricchiti, sono la premessa
dell'incontro, della seduzione e dell'avventura; la ventesima o
centesima volta in cui si parla con un amico o si fa all'amore con una
persona amata sono infinitamente più intense della prima.
Ciò vale pure
per i luoghi; il viaggio più affascinante è un ritorno, come l'odissea, e
i luoghi del percorso consueto, i microcosmi quotidiani attraversati da
tanti anni, sono una sfida ulissiaca.
"Perché cavalcate per queste
terre?" chiede nella famosa ballata di Rilke l'alfiere al marchese che
procede al suo fianco. "Per ritornare" risponde l'altro."
da L'Infinito Viaggiare
Claudio Magris
l'ho letto bel libro!
RispondiEliminacredo che sia stata una bella scelta per i temi e lo consiglio da leggere
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RispondiEliminaNon l'ho letto, ma, ora, farò violenza al tempo tiranno e lo leggerò. Buona giornata Mony
di Magris ho letto un libro stupendo dove parla della moglie amata e morta. L'ho trovato molto bello e commovente, parla la moglie e ricorda " E' tra le sue braccia che sono diventata donna, é fra le mie braccia che lui é diventato uomo...un uomo vero, non un narciso guardingo; uno che va per la giusta strada e non ha paura di cosa gli potrà capitare".E' un inno all'amor coniugale che supera ogni difficoltà, una nuova storia di Ofeo e di Euridice con un risvolto finale che non dico...
RispondiEliminaMagris è un grandissimo autore è un peccato che i pià giovani non lo conoscano
RispondiEliminaDalla recensione sembra molto interessante, penso che lo leggerò, grazie dell'informazione :)
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