mercoledì 6 febbraio 2013

FABRIZIO ADORNATO E GLI ALTRI: STORIE DI PADRI PRIVATI DEI FIGLI


Da 69 giorni il maresciallo Fabrizio Adornato si nutre  soltanto con bevande energetiche, quel poco che basta per stare in piedi. Ha perso quattordici chili, le forze sono allo stremo. Il 29 dicembre, dopo l'ennesimo Natale lontano dalla figlia, si è accasciato a terra davanti al Tribunale  di Genova ed è stato portato in ospedale. Ma non ha mollato e continua a lottare. Certo non è Pannella e i suoi scioperi della fame e le sue proteste non sono seguiti con lo stesso clamore mediatico. Ma lui imperterrito ogni mattina è davanti al Tribunale per far sentire la sua voce e rivendicare il diritto di essere genitore. A causa di una lunga e conflittuale separazione dalla ex moglie, non riesce a vedere quando dovrebbe e quanto vorrebbe, la figlia ormai quattordicenne. Il Tribunale aveva deciso che poteva vederla 15 giorni al mese in realtà negli ultimi due anni l'ha vista a malapena sei volte. La  sua prima protesta risale a circa due anni fa quando per 33 giorni fece uno sciopero della fame davanti al Quirinale, poi interrotto. Accanto a lui l’associazione Papà separati Liguria (http://www.papaseparatiliguria.it) ed il sostegno di tante persone  che quotidianamente dimostrano solidarietà e partecipazione alla sua vicenda. 

La Corte Europea dei diritti umani, si è espressa proprio recentemente, bacchettando il sistema giudiziario italiano  perché non trova una modalità efficiente per garantire ai bambini il diritto di vedere entrambi i genitori. Senza mettere in campo misure tempestive, hanno scritto i giudici europei, si rischia di rovinare per sempre la relazione tra genitori e figli. È accaduto anche ad Adornato, che per questo ha aderito al ricorso collettivo di un centinaio di padri italiani proprio alla Corte di Strasburgo, promosso dall'associazione Adiantum. Ci si dimentica troppo spesso quanto sia importante per un figlio poter godere di entrambi i genitori, se ha la fortuna di averli. Sembra una cosa ovvia, ma non lo è per la giustizia italiana. Fabrizio come tanti altri padri è oggi costretto ad estenuanti battaglie nelle aule di tribunali, a scendere in piazza con un megafono, a fare uno sciopero della fame, a rischiare una denuncia per diserzione, per rivendicare il diritto di essere padre, che poi è soprattutto il diritto di sua figlia a non essere orfana di un genitore vivo. 

Adornato è ridotto sul lastrico: ogni mese deve versare 440 euro alla madre della ragazzina (nonostante abbia ottenuto l'affido condiviso e dunque la possibilità di mantenere la figlia direttamente), ha dovuto lasciare la casa alla ex moglie e affittare un appartamento, ed in  questi giorni l'Enel gli ha staccato la fornitura di energia elettrica. Il suo caso è solo uno dei tanti che coinvolgono padri separati, ex mariti ridotti al ruolo di bancomat ed estromessi dalla vita e dall'educazione dei propri figli, di cui avevo già parlato nel post Papà separati i nuovi poveriMa le madri, in quale misura contribuiscono al mantenimento dei figli ?  Questo mi porta ad un altra storia, quella di Luca Cervino (http://www.lucacervino.it) e alla sentenza di separazione del Tribunale di Torino oggetto della sua protesta. Quando i figli vivono con la madre, al padre tocca mantenere entrambi, spesso riducendosi a vivere per strada. Ma quando i figli vengono affidati al padre che succede? A rigor di logica dovrebbe essere anche la madre a mantenerli…ma logica non c’è. Quando i figli vivono con i padri  invece  il genitore non coabitante (cioè la madre) è sollevato da qualunque onere contributivo verso figli ed il genitore coabitante (padre) tenuto al totale mantenimento dei  figli e anche al mantenimento del genitore non coabitante (madre). Per un verso i giudici e le sentenze, ci raccontano che il denaro versato dai padri alle madri per i figli, è in relazione alla residenza degli stessi presso la madre. Quando la residenza è presso il padre però la madre viene  esonerata da qualunque onere. Quando la Corte di Cassazione dice "il genitore non coabitante è comunque tenuto al mantenimento dei figli" afferma che, anche attraverso l'impegno economico, si manifesta il ruolo genitoriale. Però questo vale solo quando il genitore non coabitante è il padre?  Ciò dimostra che la direzione del flusso di denaro, almeno nei fatti e per consuetudine, non è in relazione alla collocazione dei figli, ma deve muovere sempre e comunque dall'uomo verso la donna. Ma la legge non dovrebbe tutelare in primis i figli? E privare un figlio di un genitore è tutelarlo?  

 Queste sentenze mi lasciano senza parole, ma più di tutto sono queste madri a lasciarmi senza parole... Questo è il mio modesto parere, di donna che ha sempre combattuto per lavorare e si è sempre guadagnata da vivere da sola nella convinzione che sentimenti e portafoglio devono restare rigorosamente divisi, e che una donna debba avere la dignità di essere autonoma. Queste ex mogli avvelenate e succhiasangue, dovrebbero piantarla di perseguitare gli ex mariti liberandosi di questa truffa morale, nella quale troppo spesso sguazzano felici facendo (talvolta) le finte vittime.  Se non vi foste sposate care signore, chi vi avrebbe mantenuto? O vi siete sposate pensando in una rendita a vita, anche dopo la fine dell'idillio? A queste donne dico: basta piangersi sempre addosso, contente però di ricevere sempre “il fico in bocca”! Un conto è il dovere legittimo dei genitori (entrambi) di mantenere i figli, un conto è la vostra pretesa illegittima di farsi mantenere a vita dall'ex marito!

20 commenti:

  1. Giuseppe D'Alessandro6 febbraio 2013 alle ore 10:03

    Purtroppo in Italia c'è poca apertura mentale riguardo all'argomento. Alla fine si fa male ai figli soltanto per vile denaro...

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    1. si ma io mi vergogno di queste donne che si accaniscono così, senza dignità, solo per spillare soldi....come donna sono indignata.

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  2. Vincenzo Torregrossa6 febbraio 2013 alle ore 10:08

    solita storia...e non sono maschilista! altro che parità....

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    1. tu non sei maschilista...io neanche :-) ma neppure femminista o meglio non è questo quello per cui le donne nei secoli hanno combattuto. Non si tratta di femminismo o maschilismo, si tratta di equità, almeno per me.

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    2. Vincenzo Torregrossa6 febbraio 2013 alle ore 10:36

      sai molte volte quando un uomo si schiera con gli uomini è subito additato....ma in ogni caso è odioso usare i bimbi come vendetta verso l'ex....mah!

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    3. Lo so per questo penso che sia importante che anche le donne si facciano sentire, non siamo tutte così avide, vendicative e meschine! In questo caso sto dalla parte dei padri, un figlio ha diritto ad avere entrambi i genitori.

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  3. ha tutta la mia solidarietà ci sono passato anche io e capisco cosa si prova un abbraccio e auguri

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  4. Giuseppe D'Alessandro6 febbraio 2013 alle ore 11:45

    Hai ragione, non tutte le donne sono così. Come ho detto prima secondo me è una questione culturale, così come ci sono gli uomini meschini e gli uomini buoni, lo stesso vale per le donne. Purtroppo non si guarda nell'interesse del bambino, viene privato del diritto di vedere il proprio genitore e questo fa soltanto male. Come può essere che i genitori non riescano a capirlo? Il loro obbiettivo è quello di scannarsi e di avere ragione. Già, la ragione, che pur di averla facciamo soffrire gli altri e in questo caso si tratta di bambini e/o adolescenti.

    P.S. Ovviamente il mio commento non è rivolto a tutti i genitori, ci sono molti genitori che fanno il bene dei propri figli anche se sono separati.

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  5. povero l'uomo che divorzia.A sentire e seguire le storie che si raccontano l'uomo separato rimane in mutande o peggio.Sia finanziariamente sia affettivamente .La legge italiana è sbilanciata tutta a favore delle donne il poveruomo che incappa nelle maglie di una separazione è rovinato.A questo punto un padre che sente tutte queste storie deve consigliare al proprio figlio di non sposarsi e così viene a cadere il vincolo familiare che ha caretterizzato la vita umana fin dagli albori.

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  6. Giuseppe D'Alessandro6 febbraio 2013 alle ore 12:00

    Mi hai fatto venire in mente una domanda: Ma legge italiana non è maschilista? Visto che è tutto a favore delle donne, è come se la legge italiana vedesse nelle donne la figura più debole e quindi che necessita di assistenza, mettendola in un piano inferiore rispetto all'uomo, il quale invece viene trattato come la figura più forte che è in grado di badarsi da se, senza aver bisogno della ex moglie.

    P.S. io non sono maschilista e sono contro il maschilismo al 1000X1000, la mia è una semplice domanda alla quale non so trovare risposta.

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  7. un mio amico purtroppo è incappato nel divorzio non sà più cosa fare per pagare alimenti alla ex e ai figli .Gli resta soltanto da fare qualche rapina .Una persona che di stipendio arriva a 1500 euro al mese dopo il divorzio a casa sua non può stare alimenti da pagare, va a vivere sotto i ponti chiaro adesso.Spesso e volentieri la colpa non è del marito ma è della moglie però il marito deve sempre pagare gli alimenti

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  8. Giuseppe D'Alessandro6 febbraio 2013 alle ore 12:26

    Hai ragione, proprio per questo credo che la legge italiana sia maschilista, perché tratta la donna come la figura più debole che ha bisogno dell'ex marito, sia se ha la colpa per la separazione, sia se non ha colpe.

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    1. però se tu dici che la legge è maschilista perchè ci spenna come polli? io direi il contrario la legge è sbilanciata a favore delle donne che non vengono costrette a cercarsi un lavoro, .In questa legge io metterei un limite al pagamento degli assegni faccio un'esempio "obbligo l'uomo a pagare per 3 anni l'assegno dicendo alla donna guarda che sei obbligata a cercarti un lavoro in questo limite di tempo .passato questo limite l'obbligo dell'uomo cessa" Per i figli altro discorso fino a che la donna non diventa autonoma sempre entro quel limite l'uomo mantiene i figli al 100% superato il limite l'uomo dimezza la sua quota perchè per il resto deve contribbuire la donna

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    2. credo si sia passati da periodi storici in cui la donna non era per nulla tutelata ad una tutela eccessiva che degenera nell'inequità, nella sproporzione totale a favore della donna. Il marito che deve sempre e comunque pagare, anche quando la donna ha un nuovo compagno e ci convive, se lei furbamente non si risposa il marito continua a pagare. La legge è assurda, ma questo lo sappiamo, ma la mancanza di dignità delle donne nel comportarsi in questo modo personalmente mi sconvolge. E ne conosco tante che se ne fanno vanto...

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    3. non sono contrario a una legge che tutela la donna ma giustamente come dici non puoi salvare una e ammazzare l'altro

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    4. Giuseppe D'Alessandro6 febbraio 2013 alle ore 23:04

      Dico che è maschilista per il semplice fatto che la donna, per legge, ha sempre bisogno dell'ex marito, come se non fosse in grado di badare da se, ma poi sappiamo che la realtà è ben diversa. La cosa che mi fa incavolare è che queste sono donne che danno del b...rdo all'ex marito, però loro non si guardano. Io, infatti, in seguito a tutto quello che si sente in fatto di divorzi, non sono d'accordo col matrimonio ( io sul matrimonio ho delle opinioni contro che non sono puramente economiche ) perché ormai non lo vedo più come il coronamento di un amore, ma è diventato un contratto economico, ovviamente è un'opinione personale.

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    5. Com'è possibile che nel 2013 ci siano donne che non abbiano la dignità di mantenersi da sole, che considerino il matrimonio come una rendita, che anche quando il sentimento finisce il marito deve essere spremuto....Eppure le donne hanno lottato per decenni per la loro indipendenza, proprio per emanciparsi dai mariti e invece oggi al contrario gli stanno attaccate come sanguisughe...

      I sentimenti e il fattore economico devono sempre essere distinti, personalmente ho lottato una vita per essere autonoma ed indipendente, proprio perchè son convinta che in comune ci debbano essere solo i sentimenti non il conto in banca.
      E' solo una mia opinione personale ovviamente ...

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    6. deve essere così

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  9. Luigi Follegname Silvestrino6 febbraio 2013 alle ore 23:08

    e per quale ragione lo fa?

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  10. Ancora una volta, come sempre, la tua riflessione è limpida, logica, inappuntabile e inappellabile.
    Ma è una voce che urla in una giungla giuridica che si chiama Italia, sorda alle sue stesse leggi, al diritto internazionale, alle condanne della corte europea e persino al semplice buonsenso.
    E gli stessi giudici che non si rifiutano di vicariare il potere legislativo quando sotto ci sono interessi politici, non vedono-non sentono-non parlano quando un uomo come Fabrizio Adornato (o come tanti altri, purtroppo) denuncia la propria disperazione e l'assoluta ingiustizia.
    Siamo in periodo elettorale, ma nessuno parla di questi casi nei propri programmi.
    Mi fa piacere che una donna, come te, evidenzi che indipendentemente dalla sordità e cecità dei giudici e delle leggi italiane, dovrebbero essere proprio le donne-mamme non solo a non autorendersi "mantenute", parassite dei propri ex mariti, ma soprattutto non NEGARE ai propri figli il diritto all'affetto e alla relazione col proprio padre ..., ma evidentemente ci sono tante donne (tante? Troppe?) che non hanno la tua stessa dignità di persona e il tuo stesso sentimento materno, anche se tu non sei mamma.
    Tutto ciò è molto triste, ma grazie per averne parlato.

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