Tutte le domeniche c’era un uomo sul ponte. Non ne ricordo il viso né la figura, ma solo le mani: mani magre, con dita lunghe e nodose, mani che si muovevano abili e veloci, con piccoli scatti e rotazioni del polso, mani magiche come quelle di un prestigiatore per i miei occhi di bambina. L’uomo muoveva fili quasi invisibili a cui erano attaccati decine di aquiloni colorati che dal ponte sul fiume andavano su a scalare il cielo in fila indiana, talmente in alto che gli ultimi erano soltanto puntini colorati nel cielo. Era come un lungo cobra che muoveva il suo corpo sinuoso ondeggiando nel vento e danzando al ritmo di un flauto incantatore.
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Illustrazione: Jimmy Lawlor - As the mind wanders |
Uno scatto a destra, due scatti a sinistra, l’uomo dava spago piano piano per mandarli più in alto possibile, poi riavvolgeva veloce, gli aquiloni scendevano, salivano, si incrociavano senza mai toccarsi, disegnavano figure nel cielo, volteggiavano come acrobati e danzavano assecondando gli scatti del polso dell’uomo. Ogni movimento era sottolineato da un coro di oooooooohhhhhhhh di tutti noi bambini che seguivamo dal ponte quelle evoluzioni con le bocche spalancate come vedessimo volare chissà quali creature fantastiche. Mia mamma mi aveva comprato un aquilone dal venditore e ne ero molto orgogliosa: era azzurro e rosa con una lunga coda di tutti i colori. A volte andavamo sulla spiaggia nelle belle domeniche di primavera, mi mettevo in un punto dove non ci fosse gente intorno e restavo lì in piedi,tenendo alto l’aquilone con una mano e con l’altra il gomitolo del filo, pronta a captare il giusto refolo di vento che lo facesse alzare, poi cominciavo a dare spago, mollare, tirare, correndo a perdifiato sulla spiaggia. A volte l’aquilone si alzava e pareva decollare ma subito piombava a terra con ampi cerchi concentrici ed erano attimi di disperazione. Occorreva riavvolgere il gomitolo e riprovare ma, prima o poi, il vento giusto arrivava sempre e rimanevo a guardarlo volteggiare per un tempo interminabile con il naso all’insù e col sole in faccia che mi faceva strizzare gli occhi. Quante volte avrei voluto prendere il volo aggrappata a quell’aquilone, perdermi nel cielo fino a toccare le nuvole e guardando giù salutare con la mano tutte le persone che diventavano puntini sempre più piccoli sulla spiaggia. Però poi ad ogni strattone sussultavo e puntavo i piedi a terra per la paura di volare via. Quando non c’è vento vorresti volare ma quando il vento arriva hai paura di dove ti spingerà. Un giorno l’aquilone è finito su un albero e si è rotto. E’ caduto giù in picchiata, improvvisamente, mentre mi affannavo inutilmente a correre a destra e sinista per fargli riprendere quota. Ho tentato di ripararlo ma era tutto strappato e non ha più volato. L’uomo degli aquiloni ha cominciato a non venire più tutte le domeniche, si vedeva raramente ormai, aveva pochi aquiloni, giusto due o tre che oscillavano stancamente dal ponte. I bambini non si fermavano più a guardarli troppo presi dalla nuova sala dei videogame che aveva aperto in centro. I tempi stavano cambiando e non sempre i cambiamenti portano cose migliori, ma non si può far altro che accettarli.
Cambiamenti…
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Illustrazione: Jimmy Lawlor |
Molte cose sono cambiate da allora, altre sono rimaste uguali. Passeggio sul molo avvolta da un manto di pioggia. Qualche pescatore accompagna i miei passi. La loro calma sembra così inconsueta, i gesti sono lenti e misurati, mentre tutto intorno sembra essere divorato dal frastuono, dove tutti parlano senza dire nulla. Quelle immagini sono cosi dolci e rallentate che ho la sensazione di non essere nel mio solito mondo, di essere approdata in un’isola immaginaria, un’isola persa in una dimensione senza tempo, senza cellulari, né pc, senza clacson, né orologi che scandiscono minuti troppo brevi, un’isola fantastica dove tutto è da inventare e tutto può ancora accadere. Un’isola di mille colori come nei miei disegni di bambina: nuvole bianche in un cielo turchese, colline dalle mille sfumature di verde, l’azzurro delle onde, e la spiaggia … una distesa infininita di sassi bianchi. Cammino incontro al tramonto, l’orizzonte sembra incendiarsi e dileguarsi in una fiamma arancio. La città brucia in quel tramonto. Un’ultima fiammata, più viva e intensa delle altre. Lingue di fuoco salgono più in alto delle nuvole. Un attimo…poi tutto scompare … Nel cielo il mio aquilone azzurro e rosa sta ancora volteggiando libero e inafferrabile come uno splendido uccello colorato. So che il momento sta arrivando: il vento giusto arriva sempre e questa volta non avrò paura di spiccare il volo. Tutto può ancora accadere.
La bambina col cappotto azzurro-cielo
La bambina col cappotto azzurro- cielo@copyright
Il sentimento di libertà è presente in ogni tuo post, con un linguaggio estremamente semplice riesci a trasferirci quelle emozioni che tu come il Gabbiano Jonathan Livingston e l'autore stesso Richard Bach potete avere provato.Non importa l’ambiente o il contesto in cui si svolgono le vicenda, esse ci permettono di immedesimarci nei personaggi e vivere attraverso limmaginazione una grande avventura, quasi sempre rimanendone affascinati ed essere trasportati con animo e corpo a vivere le stesse avventure di aria pura, di libertà e di entusiasmo.
RispondiEliminaIl tuo aquilone rosa e azzurro sta ancora volteggiando, aspetta solo che una bimba con un vestitino azzurro enormi occhioni colore cielo e boccoloni dorati spicchi il volo.
tu non lo sai…… tu scrivi e racconti le tue emozioni eppure siamo tutti aquiloni appesi ad un filo. come aquiloni a volte voliamo, ma rimaniamo ancorati a terra. qualcuno ci fa prendere il volo e poi con sapienza ci fa compiere evoluzioni al limite del possibile.
RispondiEliminaChe adrenalina, che gioia, ma rimanere appesi ad un filo sapientemente condotto da altri e
pur sempre un rischio. una manovra sbagliata e siamo giù. schiantati in terra!
Beh io sono già precipitato…. per colpa della noia, ormai ero un giocattolo troppo vecchio, nessuno è più lì a farmi prendere il volo a tendere il filo e manovrare le mie evoluzioni. no, tu non lo sai…. ma scrivi e racconti di emozioni che mai come oggi mi toccano il cuore.
Io non sarò più un aquilone!
Volerò, sì volerò ancora, ma nessuno tenderà più un filo. sarò libero di cogliere il vento giusto….. sarò libero di compiere le mie evoluzioni senza più paura che qualcuno si stanchi,
E’ bello il tuo racconto e mi ha emozionato! Grazie
Bellissima mony,
RispondiEliminami sono immedesimato in questa stupenda poesia sognando la libertà ..e ..si la l'aquilone è tornato libero di volare al vento come lei voleva..!! stupendo mi sembra che queste poesie catturino l'anima ..!! indubbiamente fantastica..!!
mony Grazie x averci fatto sognare ancora una volta veramente grazie di cuore Gimmy.
Bellissima l'illustrazione di Jimmy Lawlor Mony questa donna che si erge dall'acqua leggiadra vola verso l'azzurro fantastico!! beelissimo..!!
Eliminasi bellissima e molte illustrazioni che uso sono sue....mi piace moltissimo....soprattutto le sue donne sono suggestive.
Eliminavolevo farti una domanda……….l’emozioni che descrivi scrivendo…….le trasmetti anche parlando..?
RispondiEliminaBasta solo la riga finale a farmi andare in simpatia il racconto... brava. :-))
RispondiEliminaTutti parlano senza dire nulla. Anch'io, ho paura.
RispondiEliminadivertimenti sani di una volta soppiantati da giochini inutili e poltroni
RispondiEliminaIl vento giusto arriva sempre, prima o poi...grazie per queste emozioni!!!!
RispondiEliminaLo vedi? Niente è impossibile. Arriva sempre il momento giusto per tutto: basta aspettare. Perchè il tempo solo può dire quando è tempo...per qualcosa ...per qualcuno...un tempo che non si può misurare secondo le nostre convenzioni...si snoda nel mentre noi siamo intenti a camminare nella nostra vita...e poi arriva...come vento che porta l'odore dei tuoi pensieri...
RispondiEliminaNon è detto che il vento ti porti nel verso giusto, magari ti porta proprio in quello sbagliato, chissà... però prima o poi passa il vento e ti porta da qualche parte che è meglio di restare fermi.
RispondiEliminaSempre bello leggerti mia cara
tutti navighiamo in questo mare chiamato vita e quando navighi sempre in un mare in tempesta può succedere che la tua barca della vita si capovolge…allora o nuoti, o affoghi. navigare in questo mare della vita ci espone a pericoli, quelle persone che hanno paura possono tranquillamente restare a terra e accontentarsi della vita che conducono, stare tranquille cosicché nessuna tempesta potrà colpirle, ma si precluderanno la gioia di vedere altre isole, ancorare in altri porti sentire nuove emozioni, nuovi sentimenti.
RispondiEliminaMa on quelle come noi, stai sei pronta, issa le tue vele va e trova il vento giusto,quello che potrà condurti nel tuo viaggio solcando il tuo mare, e condurti finalmente verso la tua isola.
molto bello il tuo blog…e molto bello quello che scrivi e come scrivi…
RispondiEliminaun bacio
è proprio vero,
RispondiEliminaa volte siamo così tanto presi da questa vita frenetica, tecnologica
(..multimediale)
da dimenticare la poesia e l’intensità di quei gesti semplici;
gesti oggi quasi dimenticati,
che facevamo da bambini e ci divertivano per giornate intere,
ma che oggi quasi non ricordiamo più.
...bellissimo davvero
un bacio
Mony sei favolosa ,leggerti è sempre un emozione intensa e tu sai far volare con le tue parole il cuore e la fantasia del lettore e non lo dico perchè sono un lettore affezionato,ma perchè è prropio questo tuo scrivere,questo tua voglia di esprimere cosa hai dentro che mi ha fatto affezionare a quella stupenda persona che sei e che traspare dalle tue parole …. fammi volare ancora come il tuo aquilone le tue parole sono lo spago che mi tengono lassù in alto tra l’azzurro di un incantevole magia ..
RispondiEliminaIl vento giusto arriva sempre ? O arriva sempre ... quando tu hai paura di lasciarti sollevare?
RispondiEliminaSono i tuoi sentimenti, i tuoi sogni, le tue parole che emozionano sempre.
Ed è sempre il tempo di lasciarsi sollevare da loro ..., come abbandonati ad una carezza di vento ...
Grazie Mony.
Arrivato? spero di si magnifica creatura
RispondiEliminaSplendido racconto davvero emozionante
RispondiEliminaL'unico complimento che ti ho saputo fare è condividere il post
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RispondiElimina..a volte arriva in ritardo..
Vento giusto per alzare le vele verso il domani arriva sempre importante è non lascirlo passare senza aver aperto la vela più grossa
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