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Illustrazione:Lauri Blank |
Nina profumava di panna e fragole e aveva i colori dell’estate: il giallo caldo del sole tra i capelli, l’azzurro limpido del mare nello sguardo, pelle dorata sottile come la sabbia più fine che scivola sotto i polpastrelli e riflessi di sale sulle labbra rosa corallo.
Nina emanava luce, era radiosa come la speranza, fresca come la gioventù e dolce come l’ingenuità, la sua voce era come un tintinnio gioioso che ti metteva subito a tuo agio.
Il suo corpo vibrava come uno strumento perfettamente accordato, non importa quali mani fossero a suonarlo, né quale fosse la melodia. Era sempre una musica perdersi in lei, scivolare lentamente su quel corpo caldo come velluto e morbido come seta, disegnando sentieri di terra e sabbia, strade conosciute che dal seno scendevano a valle fino al suo fiore accogliente. Lì potevano trovare ristoro le anime inquiete dei suoi amanti bevendo quel suo nettare dolcissimo che placava ogni sete e tormento.
Nina aveva molti amanti, così tanti che dopo un po’ aveva smesso di tenere il conto, ma non aveva nessun amore. Non si ricordava da quanto tempo un bacio non le facesse tremare le gambe e sciogliere il cuore. Il sesso era un’altra cosa: era un’esigenza del suo corpo così giovane e inquieto, una frenesia animale che non dava pace all'anima, la voglia di darsi, perdersi tra braccia forti di sconosciuti, volti ansimanti che si muovevano prepotenti sopra di lei prendendo ciò che volevano. Lei gli diceva che potevano comprare il suo tempo ma non la sua anima, quella era un regalo, un dono generoso e inatteso che offriva ogni volta, assieme al suo corpo morbido e invitante.
Fare l’amore era il suo modo di vivere e non ne conosceva altro. Anche se non c’era più un amore nella sua vita, dentro di sé aveva così tanta passione da farle male, proprio un dolore fisico, come se stesse per scoppiarle il cuore. Così viveva distribuendo anima e corpo senza lesinare, regalando passione, sorrisi e serenità, risvegliando addormentati dalla noia, solleticando fantasie dimenticate ed inventandone ogni volta di nuove. Non importa chi il destino le portava nel letto, ogni volta per lei era un incontro unico: l’inizio e la fine di un amore.
Nina aveva imparato a conoscere gli uomini e sapeva quel che volevano. Ogni uomo cerca una donna che lo ascolti per sentirsi di nuovo bambino, un’amante disponibile per sentirsi ancora maschio e vivo tra braccia calde e cosce accoglienti, per aver qualcosa da raccontare, qualcosa di bello da ricordare quando domani tornerà a chiudersi tra quattro pareti di uno squallido ufficio in una vita che non gli piace e con una moglie che neppure lo guarda.
Così Nina ogni volta era amante, mamma, puttana, amica e complice. Ogni volta era tutto ciò che loro volevano, il suo corpo era come una dispensa piena di dolci per un affamato, invitava a prendere e prendere e lasciare solo le briciole. E Nina era sempre dolce e disponibile, non si tirava mai indietro, e se diceva no lo faceva sottovoce ed era un invito a tuffarsi ancora in quel mare di golosità.
Qualcuno diceva che Nina fosse pazza, la gente non si spiegava il suo strano modo di vivere: perché non si sposava e non si metteva a far figli come tutte quante? Perché se ne andava in giro con quell’ aria trasognata senza degnare di uno sguardo chi le passava accanto, come fossero tutti trasparenti? E perché, dicevano i vicini, danzava per casa ogni notte da sola, sulle note di una musica che nessuno conosceva?
Ma Nina non era pazza. Lei sapeva che quelle storie non erano amore vero. Amare è un’esperienza che a pochi è concessa ma lei era un’eletta. Essere amati può capitare nella vita, è una fortuna che il destino riserva a molti, ma il vero privilegio è saper amare. Tutti chiedono, pretendono, vogliono, prendono ma in pochi sanno dare. Lei non chiedeva altro che qualcuno a cui dare.
Nina aveva conosciuto la bellezza e i tormenti di chi sa amare con cuore sincero e viveva solo per amare ancora. Sapeva che sarebbe successo, se avesse avuto la pazienza e la forza di aspettare e tutto avrebbe avuto un senso nella sua vita. Fino allora, non avrebbe avuto importanza quanti uomini passavano nel suo letto o se la gente la considerava pazza. Fino allora avrebbe continuato a danzare, giocare, godere e vivere nell'unico modo in cui era capace: regalando anima e corpo a chi incontrava sulla via.
La bambina col cappotto azzurro-cielo
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