venerdì 14 giugno 2013

L'ELEGANZA DEL RICCIO (e altri pensieri sparsi)

Chi può definire cosa sia un capolavoro? Bisognerebbe aprire una discussione sull'argomento, ma credo sia soggettivo. Per me un capolavoro è un'opera che scuote i miei sentimenti, mi fa riflettere, mi lascia dentro una sensazione di "pieno".  Capolavoro è quando l'autore riesce a raggiungere la mia essenza e farmi entrare nella storia, come se camminassi dentro le pagine tra i protagonisti.  Un capolavoro è un libro che puoi rileggere nel corso della tua vita, e ogni volta, anche se ne conosci la trama, scopri qualcosa di nuovo, una frase, una sfumatura, un'emozione diversa. A me è successo rare volte e questa è una di quelle. Ovviamente quello che scute i miei sentimenti può essere diverso da quello che scuote i tuoi...e quindi come possiamo definire genericamente cos'è un capolavoro? Ci sono ben poche cose al mondo che possono universalmente essere riconosciute come capolavori assoluti, perchè nessuno può restarvi indifferente, la Cappella Sistina, tanto per dirne una, ma per il resto ognuno può avere una sua opinione personale sulla definizione di capolavoro. Per me sono capolavori Anna Karenina di Tolstoj, La mia Africa di Karen Blixen, Martin Eden di Jack London, Cime tempestose di Emily Bronte, tutte le opere di Pasolini, i romanzi di Emile Zola ma anche opere di Celine, Jorge Amado, Meir Shalev e molti altri....
Per tornare all'argomento del post, l'Eleganza del riccio è uno dei miei libri preferiti, e sicuramente uno di quelli che maggiormente nella vita, mi hanno emozionato dalla prima all'ultima pagina.
Le due voci che si alternano nel racconto sono quella della portinaia, Renée e della dodicenne Paloma. Entrambe sono ricci,  ricci che nascondono la loro bellezza interiore e la loro unicità sotto gli aculei rappresentati da un carattere difficile o da una finta ignoranza.
Renée Michel, dalla vita ha avuto molti dispiaceri, la morte del marito, i figli mai venuti alla luce,  un lavoro che rende facile etichettarla come la "tipica" portinaia sciatta ed ignorante, nonostante lei sia esattamente l'opposto di ciò che appare.  Ma nessuno va mai oltre l'apparenza .... Non è forse vero che tutti siamo etichettati per il lavoro che facciamo, la nostra estrazione sociale, il modo in cui vestiamo.... etichette come quella che una portinaia per forza deve essere ignorante e al massimo avere come hobby l'uncinetto e mai penseresti che chiama Lev il suo gatto in onore di Tolstoj....
"Ha l'eleganza del riccio: fuori è protetta da aculei, una vera e propria fortezza, ma ho il sospetto che dentro sia semplice e raffinata come i ricci, animaletti fintamente indolenti, risolutamente solitari e terribilmente eleganti...."
Paloma, una dodicenne che questa vita la sta cominciando a comprendere e la rifiuta, perchè "un pesce rosso dalla vita può aspettarsi solo la sua boccia di vetro" (Come un pesce rosso in una boccia)   
 "Io ho dodici anni, abito al numero 7 di rue de Grenelle in un appartamento da ricchi. I miei genitori sono ricchi, la mia famiglia è ricca, e di conseguenza mia sorella e io siamo virtualmente ricche.Si dà il caso che io sia molto intelligente. Di un'intelligenza addirittura eccezionale." 
Per sfuggire a quell'ambiente familiare alto-borghese in cui si sente totalmente fuori posto, con un padre completamente assorbito dalla sua carriera, una madre perennemente in analisi, una sorella maggiore nevrotica e altezzosa, Paloma organizza un piano preciso: da lì a 165 giorni, il suo tredicesimo compleanno, lei porrà fine ai suoi giorni...
Da corollario, a questo percorso filosofico e di vita, tutta la galleria di personaggi di rue de Grenelle 7, lo specchio di una varia umanità parcellizata e borghese,  personaggi che entrano alle diverse ore del giorno dai loro eleganti appartamenti sotto gli occhi indagatori di Paloma, mentre madame Michel si accinge a ripetere i soliti gesti quotidiani: mettere la posta in ogni cassetta, portare fuori i sacchi della spazzatura, lavare le scale, lucidare i corrimano di ottone.... fino al momento in cui può ritirarsi dietro alla sua guardiola, e qui la attende un altro mondo, fatto di letteratura,cultura, musica classica, tavolette di cioccolato gustate durante la lettura.  
“Quando sono angosciata , mi ritiro nel mio rifugio. Non c’è nessun bisogno di viaggiare; mi basta raggiungere le sfere della mia memoria letteraria e il gioco è fatto”. 
In realtà Renée e Paloma  sono profondamente simili, fortemente attratte dal bello, dall'arte, dalla cultura, dalla conoscenza, sono persone profonde e  fuori luogo in un mondo che vive di apparenza, di etichette, di superficialità. Entrambe aspettano solo che la vita dia loro un motivo per cui valga la pena uscire allo scoperto, amare e farsi amare, farsi scoprire e conoscere per quello che sono realmente, oltre le apparenze. Tutti noi non vogliamo forse farci conoscere, essere amati per ciò che siamo realmente? Quante volte questa società costruita principalmente sui princìpi dell’ipocrisia e sulle convenzioni, riesce  a schiacciare ciò che siamo realmente? Quante persone attorno a noi vivono mentendo anche a se stesse, arroccate dietro una facciata di pura apparenza?
 "Nei momenti supremi la verità deve pur venire a galla. [...] Tutti noi, quando non abbiamo più vie di uscita, dobbiamo affrontare il destino in cui siamo imprigionati, e all'epilogo essere quello che siamo sempre stati nel profondo, qualunque fosse l'illusione in cui ci siamo voluti cullare."
Alla fine una persona, monsieur  Ozu, sarà in grado di scoprire questa eleganza nascosta del riccio e porterà l'inaspettato nelle loro vite. Questo libro ci regala la storia di un  incontro tra due donne, un incontro profondo, unico, irripetibile, che è quello di due vite umane che segnano il destino l'una dell'altra, che si fruttificano a vicenda.  E ci insegna anche che il sapere, il conoscere, la letteratura, sono spesso un’àncora di salvezza per poter resistere alla solitudine e al dolore ... 
Di certo, nessuno fra gli inquilini di Rue de Grenelle 7 immagina che dietro la portinaia possa nascondersi una creatura così colta e profonda; nessuno “la vede”, anche se tutti la incontrano tutti i giorni. 
E noi, noi vediamo coloro che abbiamo intorno? O semplicemente li guardiamo senza vederli?
E' bellissimo il momento in cui Renée trasformata negli abiti e nella pettinatura e incontrando uno dei condòmini che non la saluta, si rivolge a monsieur Ozu dicendo:Non mi hanno riconosciuta” , e monsieur Ozu le risponde:E’ perchè non l’hanno mai vista
Non vi dirò, però,  con quale dei due ricci, cioè delle due protagoniste mi sono immedesimata.....
E' stato un colpo di fulmine fin dalle prime pagine, ricordo che non ho dormito pur di finirlo e che non smettevo di piangere  e ridere allo stesso tempo, e sono rimasta lì, all'alba, a fissare l’ultima pagina col cuore traboccante di lacrime, ma soprattutto di speranza e di bellezza … sì perche’ davvero la bellezza e’ qui, in questo mondo, come dice Paloma: un sempre nel mai. 
Buona lettura.... 
"Stasera, ripensandoci, con il cuore e lo stomaco in subbuglio,  mi dico che forse in fondo la vita e’ così: molta disperazione, ma anche qualche  istante di bellezza dove il tempo non é più lo stesso. E’ come se le note musicali creassero una specie di parentesi temporale, una sospensione, un altrove in questo luogo, un sempre nel mai.  Sì. é proprio così, un sempre nel mai." 

La bambina col cappotto azzurro-cielo
La bambina col cappotto azzurro- cielo@copyright

19 commenti:

  1. Piergiorgio Foggiaro14 giugno 2013 alle ore 03:37

    bellissimo libro!! e anche il film!!

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  2. Ho apprezzato il libro alla fine della lettura perché ne ho ammirato la sua complessità.
    Con uno sguardo d’insieme si uniscono le 2 anime femminili.

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    1. si è vero è un libro da leggere con calma e soffermandosi spesso a ragionare sul senso di ogni frase parola o…virgola.
      Tutto quanto dice il commento è assolutamente condivso. L’eleganza del riccio è l’eleganza di cui è pervaso tutto il narrare, lo straordinario intreccio delle due straordinarie personalità. E la terza? il signor Kakuro? Splendido compendio di quanto ci si augura di trovare in un essere umano!

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  3. Mai prima d’ora la vacuità umana era stata così derisa e commiserata come in questo libro. Ma oltre questo c’è l’eleganza dello scrivere , la profondità del pensiero, le varie sfaccettature di una ironia sempre presente, anche laddove può nascondersi il dramma. E’ un libro di cui, una volta finita la lettura, senti la mancanza.

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  4. Ho visto prima il film, bello, ma la lettura è affascinante e non si risente affatto dall’aver visto prima il film, tanto è accurata la descrizione dei personaggi, tanta è la sfaccettatura che offre della psicologia degli stessi. Piacevolissimi i riferimenti letterari, filosofici che invogliano decisamente ad approfondimenti. Penso che alla fine me lo rileggerò per gustare ancora dell’accurata e raffinata stesura.

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  5. Perché ho aspettato così tanto a leggerlo? E' un romanzo bellissimo, mi è piaciuto tanto. Non è perfetto, non credo esista la perfezione ma mi ha preso dentro di sé e mi ha trascinato pagina dopo pagina, facendomi affezionare in modo impressionante alle due protagoniste. Avevo letto di tutto e di più ai tempi su questo romanzo. Ho lasciato passare quelle parole e l'ho affrontato libera da pregiudizi. L'ho adorato con tutto il cuore. Non so come farò ad iniziare un nuovo romanzo ora...Perché ripartirei a leggere questo!

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  6. “L’eleganza del riccio” ha la forma di “X”.

    Due personaggi distanti che si incontrano in un punto fino a poi distanziarsene.

    La vita come una incognita.

    Una incognita, però, che vale la pena di vivere.

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    1. Ho visto il film non ho letto il libro
      mi ha lasciato perplesso il finale
      Non è che Renée nel momento in cui mette le ali e decide di uscire
      allo scoperto e rivelarsi per com'è stravolge il suo destino fino al finale? Non voglio rivelarlo ma mi fa pensare che forse a
      volte cercare di cambiare il proprio destino ci si ritorce contro?

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  7. Lo sto ancora leggendo, pertanto non sono sicura di poterne dare un giudizio. Pero’, l’incanto della lettura, che mi aveva cosi’ colpito all’inizio del libro e me lo aveva reso caro, ora sta piano piano lasciando il posto ad una serie di domande e dubbi che me lo fanno amare un po’ di meno. In particolare non capisco quale sia il motivo logico che ha portato Renee a voler nascondere la sua cultura e le sue capacita’ nei confronti del mondo. Capisco che nutra un certo disprezzo per gli inquilini del palazzo, ma perche’ non si e’ cercata un altro lavoro? Ad esempio in una libreria, o una casa editrice, o altro? Non credo che il lavoro di portinaia sia una condizione divina, fissa, irrinunciabile e immodificabile. Perche’, qindi? Questo dubbio logico mi sta frenando l’entusiasmo nella lettura…

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    1. Nel libro lo accenna al perchè Renèe fa la portinaia, perchè con suo marito hanno trovato quel lavoro e si sono adattati...d'altronde nella società attuale doversi adattare ad un lavoro che magari non è nelle nostre aspirazioni mi sembra una cosa abbastanza comune... Poi viene da una famiglia modesta, è un'autodidatta, una che non ha avuto la possibilità di studiare... succede...
      Poi dai, chi di noi non ha avuto modo di accorgersene, nel suo piccolo, di quanto la società in cui viviamo possa essere cieca, meschina, incoerente, superficiale, guidata da generalizzazioni, luoghi comuni, pregiudizi, compartimenti stagni?

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  8. è un libro bellissimo, uno dei più belli che ho letto, e non solo per la prosa e per l'argomento che tratta, ma per la lievità con cui lo fa, e la leggerezza senza essere superficialità è un grandissimo dono.

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  9. Il libro mi è piaciuto molto!

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  10. Che posso dire? E' perfetto sin dalle sue prime righe. Quando l'ho aperto per la prima volta ho pensato: E questo cosa... sono rimasto senza parole e catturato dallo stile sintetico e profondo di Muriel Barbery. I capitoli sono lunghi un massimo di due o tre pagine. Sono profondi, quasi potrebbero essere ricondotti ad un esame della nostra società esaminandone ogni piccolo particolare, a partire dalle abitudini, dalle usanze, dall'arte espressiva, dalla politica e da tutto il resto. Sono riflessioni brillanti, semplici e comunque efficaci, a cui è impossibile trovare qualche falla. E allo stesso tempo nel libro vi si raccontano due storie: quella di Paloma e di Renee. E quelle due storie raccontano altre storie, quelle dei condomini e, delle altre persone che lavorano nel condominio... una sorta di matriosca letteraria che non finisce mai di stupire. E' scritto a strati e mano a mano che si continua a leggere, ci si scopre a scavare e a indagare in uno strato ancora nascosto e mai svelato prima.
    Mi è piaciuto tanto, tanto, tanto, tanto... tanto! Ve lo consiglio.

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  11. mi è difficile dire ire se mi sia piaciuto al 100% o no...
    Forse è stato "sbagliato" il momento in cui l'ho letto (in ospedale ;D) e mi ha fatto venire un pò di tristezza..., però non posso dire che non sia un libro scritto discretamente bene: i personaggi non sono banali o patetici, ma ben definiti e mi hanno trasmesso delle emozioni, come la tenerezza nei confronti di Renèè.
    Vabbè lo ammetto... è il finale che non mi è andato giù... ma magari ero io ad avere "esigenze narrative" di un certo tipo, in quel periodo ;)

    Comunque una buona lettura.

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  12. Chi sono io? Chi sono gli "altri"? E io riesco a capire quel che sono senza ascoltare il giudizio degli altri? E gli altri, quando esprimono un giudizio su di me, lo fanno perchè così davvero mi vedono o perchè hanno indossato le lenti colorate della cultura, della moda del tempo? O, peggio, del "codice" politico, morale, religioso del tempo?
    Io ho una certezza: tutte le società, come la maggior parte degli uomini amano "etichettare" e fidarsi ciecamente delle etichette, piuttosto che ogni volta, volterrianamente, mettersi a verificare, studiare, approfondire, conoscere...
    E molti/molte sentono l'etichetta che gli "altri" si sentono in diritto/dovere di appioppare, come un marchio a fuoco perennemente rovente, che non si cicatrizza mai ... e in alcuni casi porta anche ad una mortale cancrena!
    E mi addolora profondamente constatare come la maggior parte degli insegnanti, anzichè aiutare e guidare i propri allievi nella per quanto difficile conoscenza di sè, e nel diffidare delle convenzioni, dei luoghi comuni ..., invece troppo spesso li "uniformano", standardizzano, omologano, respingendo e castigando i "diversi" ...
    Ed ecco allora che societàcon tante scuole che potrebbero essere altrettante fucine di cambiamento, rinnovamento, fiducia in se stessi, preparano la strada invece a lettini di psicologi e lettini da obitorio ...

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  13. I look forward to any posts or photos you send. I hope also to read with the help of Google translation, some of your writing. If possible when you post put some translation as the Google one is very literal and not always easy to read. Best wishes, Emme

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    1. I really thank you Emme for your interest in what I write, you're so kind, I'll try to put some translations in next posts...I hope my English is good enough!! Thanks again and have a good day, Mony

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  14. A me il libro è piaciuto proprio tanto (mi hanno fatto però notare che difficilmente una persona va in lavanderia per prendere il suo vestito e accetta di andarsene con quello di qualcun altro); il film invece non mi è piaciuto, a partire dell'idea di Paloma con la telecamera (mi pare che poi non indagasse a fondo i suoi lati oscuri, ma potrei sbagliarmi, è passato un po' da quando l'ho visto).

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  15. No, il film non è all'altezza del libro. Troppe incongruenze e poca coerenza.

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Benvenuto o benvenuta. Ti ringrazio di avermi letto e se vorrai lasciare il tuo commento mi farà piacere....positivo o negativo che sia.