venerdì 6 settembre 2013

IL CACCIATORE DI AQUILONI

Il romanzo ha ormai qualche anno ma per chi ancora non l'avesse letto, è una di quelle storie che ti entrano dentro. La vergogna di Amir di fronte al suo passato è un viaggio alla scoperta dei lati oscuri della nostra coscienza. Un confronto con le nostre debolezze e paure, con rimorsi e pentimenti che tendiamo a nascondere nelle pieghe dell’anima. Chi non vorrebbe avere nella vita l’opportunità di riparare ad un torto fatto, di adempiere ad una promessa, di tornare indietro e comportarsi diversamente in una o più occasioni. Quante volte diciamo: "Se potessi tornare indietro…" ma spesso non  abbiamo l’occasione o il coraggio di farlo. "Il passato non si può  seppellire" e per quanti sforzi possiamo fare nessuno di noi sfugge in eterno alla sua coscienza. Ad Amir la vita offre una possibilità di riscatto e lui sa coglierla, rischiando di perdere tutto, anche la vita, ma ritrovano finalmente se stesso. Il ritorno in Afganistan è l’unico modo per Amir per riappropriarsi del suo passato. L’unico modo per ritrovare noi stessi è affrontare le nostre paure.
     
C’è stato un tempo in cui Kabul era la città dei sogni: volavano gli aquiloni e i bambini davano loro la caccia. C’è stato un tempo, che oggi appare lontanissimo, dove i bambini non conoscevano la guerra e soprattutto un paese dove si aveva il tempo di essere bambini. C’è stato un tempo in cui Amir e Hassan erano bambini felici, erano amici per la pelle, erano i migliori cacciatori di aquiloni nei tornei cittadini. L’uno pashtun, l’altro hazara; l’uno sunnita, l’altro sciita; l’uno padrone, l’altro servo.  Poi l’invasione dei russi, la fuga di Amir e di suo padre in America, la presa del potere dei talebani in Afganistan, il regno del terrore e la fine di ogni libertà. Nei cieli di Kabul gli aquiloni smettono di volare e i bambini smettono di giocare. Amir diventa uno scrittore affermato in America e la sua infanzia e Hassan sono ricordi che tenta invano di cancellare. Amir cerca di cancellare il ricordo del prezzo che ha pagato Hassan  in una fredda giornata invernale del 1975 per difendere il loro aquilone e soprattutto la loro amicizia...ma rimorso lo perseguita. Poi quella telefonata dall’Afganistan: Amir deve tornare alla ricerca di Sohrab, il figlio di Hassan.  Il viaggio di Amir è prima di tutto un viaggio in se stesso, per e riscattarsi da quella colpa che da ben venticinque anni è dentro di lui, come un blocco di ghiaccio  che pesa sul  suo cuore, ma anche un viaggio in un paese distrutto dalla follia estremista dei talebani. L’ Afganistan che ha lasciato è diventato una landa desolata dove i marciapiedi sono carichi di relitti umani ammassati gli uni sugli altri, dove avere un padre od un fratello maggiore è un lusso dopo gli stermini talebani, dove gli occhi della gente restano incollati al selciato per timore di incrociare fatalmente lo sguardo sbagliato, dove il silenzio di una  Kabul fantasma è rotto solo dagli spari e dai rumori dei carri armati, dove il cielo è grigio e senza aquiloni… Ma c’è una speranza … Non voglio svelare il finale ma e’ bello sperare che tutti bambini possano un giorno ritornare a correre con gli aquiloni in un cielo dai mille colori…

La bambina col cappotto azzurro-cielo
La bambina col cappotto azzurro- cielo@copyright
     

10 commenti:

  1. mi è venuta voglia di leggere il libro citato!
    Grazie!!!

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  2. sei sempre sensibile e questo fa di te una persona preziosa per chiunque ti conosca.

    Con stima ed affetto

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  3. Oltre che scritto benissimo ci aiuta a capire una parte del mondo, nella quale abbiamo anche inviato nostri soldati, di cui conosciamo molto poco.

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  4. L'ho letto………….. Ti consiglio allora, anche La danzatrice bambina di Flacco Anthony

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    1. Bellissimo… l’ho letto in un soffio… con il magone…Io ti consiglio anche, se non l’hai gia’ letto: Quando teresa si arrabbio’ con Dio. di Jodorowsky.

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  5. E’ un libro molto bello, è vero! Poi è in classifica tra i più venduti ormai da anni credo. Forse l’altro libro che ha scritto l’autore non ha avuto lo stesso successo, ma non so parlarne perchè quello non l’ho letto.

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  6. Bravissima ormai non mi stupisci più, hai dato ancora una volta uno stimolante significato al tuo blog, ed allo scopo voglio sottolinarere che il colloquio con la community nessuno lo può tenere meglio di te proprio perché siamo in molti da ogni parte che ti stimano di apprezzano. Questa veste critico letteraria puo? essere una template di rubrica open e deve costituire “un fronte di piccole battaglie quotidiane” da impegnare contro i terrorismi di destra e di sinistra e contro la borghesia intellettuale che io visceralmente Pasoliniano intendo “come una vera e propria malattia”. Il nuovo ?Caos? deve essere il nuovo ordine espositivo di ogni sorta di critica, ogni chiave di lettura ed interpretazione, e qualche volta sara? anche costretto a rispondere alle possibili proteste dei componenti della ormai dico “nostra consolidata” community, allo stesso tempo deve tendere a rinchiudersi in se stesso nella forma di un diario privato in cui cessa l’obbligo della chiarezza didascalica, del ‘messaggio’, accentuando le idiosincrasie, si approfondiscono le contraddizioni, e il giudizio, lungi dal volerle conciliare, punta su quel ‘canone sospeso’ e in quella forma di ‘grido di disperazione’ che contraddistingue il contributo creativo.

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  7. Lo hai commentato con le tue profonde emozioni… ti apprezzo..

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  8. Bellissimo l'ho letto pure io e lo consiglio!!!

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  9. E’ bellissimo anche dello stesso autore “mille splendidi soli”, in cui è narrata la disperata condizione delle donne afgane in uno scenario che va da prima dell’invasione sovietica ai giorni nostri.
    ciao, andrea

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Benvenuto o benvenuta. Ti ringrazio di avermi letto e se vorrai lasciare il tuo commento mi farà piacere....positivo o negativo che sia.