Ogni Natale scrivevo a Gesù Bambino. Era una letterina meditata a lungo, avrei desiderato chiedere tante cose, ma poi sapevo che soldi in casa ce n’erano pochi e allora alla fine chiedevo una cosa sola. Mettevo la letterina su un ramo dell’albero e la mattina del 25, appena sveglia, correvo scalza a vedere se fosse passato. La letterina non c’era più e sotto l’albero c’erano sempre tanti pacchettini colorati e infiocchettati. A volte erano le cose che avevo solo desiderato senza avere il coraggio di chiederle, perchè lui era bravo a leggermi dentro, altre volte erano cose che mi erano necessarie, allora sapevo che era stata mia madre a chiederle a Gesù Bambino. Solo molto più tardi ho scoperto che mia madre conservava gelosamente quelle letterine, tutte dalla prima all’ultima e che Gesù Bambino non si era mai spostato dalla mangiatoia nel mio presepe. Gesù Bambino era un personaggio misterioso, di Babbo Natale si sapeva tutto: arrivava con la slitta, renne, elfi, dal camino o dal terrazzo, insomma faceva un gran baccano ma di Gesù Bambino si sapeva poco e niente. Mi piaceva pensare che apparisse e sparisse all’improvviso in mezzo al soggiorno, tipo teletrasporto per intenderci, perché altrimenti non avrei saputo spiegarmi come quel bambino così piccolo riuscisse a portare tutti quei pacchetti in giro per il mondo. Mia mamma mi metteva a letto presto e mi diceva che non dovevo per alcun motivo al mondo aprire gli occhi, perché se avessi visto Gesù Bambino la magia sarebbe svanita e lui sarebbe dovuto fuggire, lasciando senza doni non solo me, ma anche tutti i bambini che non aveva ancora visitato. Sentivo i rumori, di là, in salotto … il tintinnare delle palline sull’albero, i piccoli passi furtivi … e allora sapevo che Gesù Bambino era in casa e stringevo forte gli occhi. Ero così felice: Gesù Bambino in persona era nel mio salotto, in carne ed ossa. Ricordo la paura di farmi trovare sveglia e poi… non ricordo più nulla.... crollavo addormentata proprio quando stava per scoccare la mezzanotte …
La bambina col cappotto azzurro-cielo
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Finalmente sei tornata…
RispondiElimina...ancora una volta l’amore! L’amore che è la chiave di tutto, il comune denominatore di ogni cosa degna di questa vita. E tu sai amare, bambina mia, e per questo troverai l’amore!
Un bacio, Andrea
Ciao, complimenti per questo scritto. Sai hai perfettamente ragione, il Natale non è per tutti..anch’io l’ho sempre presa come la festa dei falsi, di chi si ricorda di te solo in queste occasioni e leggendo questa tua, ho capito che forse l’amore esiste veramente…Purtroppo io a Gesù Bambino non c’ho mai creduto ma adesso potrei quasi cambiare idea. Grazie per aver regalato questa emozione
RispondiEliminaRegalaci altri racconti per ritrovare l’ infanzia perduta sei molto
RispondiEliminabrava a farlo e riportarmi indietro con i ricordi a momenti che pensavo dimenticati
Grazie :-)
RispondiEliminaBello mi ricorda i miei natali da bambino erano natali poveri ma ero
RispondiEliminafelice, poi sono arrivati i soldi ma anche tanta ipocrisia da chi mi
stava intorno, donne e amici. Hai ragione meglio avere poco ma avere un cuore pulito che avere tanto e sentire il gelo attorno. Buon Natale a te dolcissima creatura
MARCO
Bella storia! BUON ANNOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!
RispondiEliminaAndrea, Pinnaz, Actarus, Matt, Satyam Alex e anonimo :-)
RispondiEliminaGrazie a tutti!