Nelle domeniche di tiepido sole invernale una bimba con il cappotto azzurro-cielo va ai giardinetti per mano alla mamma. Ha il visetto bianco e tondo come una statuina di porcellana, riccioli biondi e occhi dello stesso colore del cappotto. La bimba aspetta tutta la settimana che arrivi domenica, e percorre la strada quasi volando, ebbra di felicità perché la mamma, non potendo permettersi di comprarle una bicicletta, gliela affitta
per un’ora. La bimba ne sceglie sempre una rossa fiammante, di quelle con il manubrio a forcella e le due rotelle dietro e pedala con una furia incredibile, va avanti e indietro, mille volte avanti e indietro, quel breve tratto di marciapiede, come se fosse un’autostrada. Fa decine di giri intorno all’aiuola rotonda, pedalando più veloce che può perché sa che quel momento è di breve durata, poi bisogna aspettare la domenica successiva, sperare che ci sia il sole, che non faccia troppo freddo,che ci siano i soldini per la bicicletta. E’ una bambina apparentemente tranquilla, sempre silenziosa quasi fosse muta, piena di sogni e di speranze, una bambina forse un po’ strana e, in un certo senso, incompresa. Nessuno capisce la sua inesauribile energia e così tutti cercano di reprimerla senza capirla. E alla fine ci riescono, almeno per un po’. La bimba passa i pomeriggi da sola, a disegnare e inventarsi storie, riempire decine di quaderni di storie disegnate, quaderni che non fa vedere a nessuno e che sono tutto il suo mondo. Non gioca mai con gli altri bambini, è talmente timida da non riuscire ad aprire bocca e la prendono in giro per questo, così preferisce starsene in disparte con i suoi libri, i suoi quaderni e i suoi pastelli colorati. Le piacciono i libri e ci si tuffa dentro per pomeriggi interi. I libri sono viaggi in mondi incantati, popolati da fate, streghe, fanciulle innocenti e mostri buoni, un po’ come le storie dei suoi quaderni. Piccole Donne, Pollyanna, Il giardino Segreto e soprattutto Il richiamo della foresta e Zanna Bianca. Anche i suoi quaderni cambiano e si riempiono di storie non più colorate a pastello ma scritte con calligrafia ordinata. La bimba ama ascoltare i racconti della nonna. La nonna sa a malapena scrivere perché ha fatto solo la prima elementare, ma quando racconta lo fa come se scrivesse romanzi e per ore avvolge la bimba con la magia della sua voce, tra i profumi del buon cibo e il calore della cucina. Sono racconti semplici, storie di vita contadina e di guerra, storie di fame e di dolore, storie d’amore e di coraggio.Storie che la trasportano in un altra epoca, in un’altra vita così diversa da sulla eppure così simile, tanto che alla fine le sembra di averla vissuta. La bimba esce ben presto dal suo mondo di fate per imparare a guardare la realtà con occhi da grande in un corpo troppo piccolo e fragile. Spesso va in giro col nonno, lui è sempre molto elegante nel suo completo grigio, camicia azzurra e cravatta di seta, e ha un buon profumo, la porta per mano con orgoglio anche se le parla poco e fa il distaccato. Lui ordina un bianco in ogni bar e una spuma per la piccola, quando finiscono i bar e si fa l’ora di pranzo tornano verso casa, camminando piano vicino ai muri, il nonno barcollante e la bimba che ha imparato come sorreggerlo perché non cada. La realtà, a volte, può essere difficile per una bimba che aspetta solo la domenica per correre su una bicicletta rossa fiammante. Chissà dove sono finiti i suoi sogni? E i suoi quaderni colorati?
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Dima Dmitriev |
Per la prima volta, dopo tanto tempo mi guardo, riflessa in una vetrina. Io e la bimba bionda siamo lì, riflesse nella vetrina: così simili da confonderci l’una con l’altra, così diverse da non riconoscerci. Quella bimba irrequieta ha ancora paura del mondo e della gente, è ancora troppo timida, vive di silenzi e parole scritte nella notte al suo pc. Nel suo dare fiducia c’è la paura di rimanere ferita, nel suo sonno agitato ci sono incubi che la luce del giorno non cancella, nei suoi occhi apparentemente sorridenti si nascondono troppe lacrime … lacrime che hanno lo stesso sapore di quel mare che l’ha vista crescere… La bambina bionda ed io, strette in un cappotto azzurro-cielo, ci guardiamo riflesse nella vetrina e ci sorridiamo… ancora aspettiamo una domenica di sole per volare di nuovo sulla bicicletta rossa fiammante. Finalmente libere.
La bambina col cappotto azzurro- cielo@copyright