Quando ti senti un bruco ti sembra che tutti ti guardino perché sei brutta. Cammini per strada facendoti piccola piccola, cercando di sparire in mezzo alla gente, ti guardi il meno possibile e quando per caso incroci il tuo riflesso in una vetrina, acceleri il passo e scappi lontano….lontano da specchi, riflessi, vetrine e sguardi …. Ricordo le mie amiche che mi ripetevano: "quando entri in una stanza cammina lentamente, lasciati guardare". Ma io odiavo essere guardata, sentirmi gli occhi addosso: entravo furtiva e veloce, cercavo un angolo per mimetizzarmi con le pareti, sperando che nessuno mi notasse. Non è una sensazione che si possa spiegare, convivevo con un costante senso di disagio e inadeguatezza in ogni circostanza. Goffa e fuori posto, mi sentivo così tutto il tempo. Eppure tutti mi dicevano che ero carina, che non c’era niente di sbagliato in me, ma ero io a sentirmi sbagliata. Credo di essermi sentita fuori posto per quasi tutta la vita, tanto che alla fine mi sembrava normale sentirmi così. Se riguardo le mie foto di adolescente ora sorrido di me stessa ma quante lacrime ho versato! Ero diversa dalle altre e questa diversità mi faceva soffrire.
Una massa scomposta di riccioli alla Shirley Temple, due occhioni enormi in una faccia da bambina, e un corpo senza ancora minime tracce di femminilità. Infagottata dentro maglioncini vaporosi fatti a maglia dalla mamma, che mi facevano sembrare una via di mezzo tra la pubblicità del Perlana e Candy Candy, mentre le mie compagne sgambettavano in minigonna atteggiandosi a Lolite, gli occhi e le labbra truccate, i piccoli seni appena spuntati in evidenza con magliette aderenti. Le più carine uscivano con quelli dell'ultimo anno del Liceo, quelli che giocavano a calcio erano i più gettonati, ma per loro era come se fossi trasparente. Meglio così, in fondo non avrei saputo cosa dirgli, mi sembravano un po’ stupidi ma avrei voluto che mi notassero, così solo per non sentirmi diversa dalle altre. Passavo tutto il tempo a leggere e sognare di essere un’eroina dell’Ottocento, come Angelica la Marchesa degli Angeli, bellissima e selvaggia, volevo vivere come lei mille passioni e avventure. Sognavo cavalieri coraggiosi e romantiche dame e a volte sognavo Gigi che aveva quattordici anni ma mi sembrava già grande: cos'avrei dato perché mi guardasse come guardava le altre! Ma lui si accorgeva di me solo durante i compiti in classe quando mi lanciava occhiate languide e disperate perché glieli passassi. Poi un giorno all’improvviso mi aveva detto "Ma che occhi … non ne ho mai visti così belli". Era l’ultimo giorno delle medie e quello era il primo complimento da parte di un ragazzo: il cuore mi scoppiava dalla contentezza.
Poi non so cosa accadde … fu l’estate dei miei quindici anni … quell’estate il bruco diventò farfalla. All’improvviso, il mio corpo si assottigliò,spuntarono le curve del seno, dei fianchi, del sedere. Alla specchio non mi guardavo e forse non me ne sarei neppure accorta se non fosse stato per gli sguardi dei ragazzi e le loro attenzioni. Adesso cercavano in tutti i modi di farsi notare e mi corteggiavano, riempiendomi di complimenti e attenzioni. Per tutto il tempo mi sembrava così "strano" che potessero trovarmi carina…"Che gentili" pensavo, senza capire che la gentilezza degli uomini non è mai gratis. Eppure io continuavo a sentirmi come prima, goffa e fuori posto. Avrei voluto tornarmene nel mio bozzolo e rimanere lì, nascosta agli sguardi, ma poi mi dicevo che avrei dovuto abituarmi ad essere farfalla. Non mi sono mai abituata e credo che se sei bruco dentro non ti abitui mai ad avere le ali. Dentro sono rimasta quella buffa bambina infagottata in maglioncini color pastello, ma la cosa più strana è che ora mi piace quella bambina. Certo mi ha causato un sacco di problemi … per tutta la vita, con gli uomini che ho avuto, mi sono sempre sentita piena di gratitudine perché stavano con me. Con me che non mi sentivo niente di speciale. Ero come un cagnolino randagio, che appena gli dai un po’ di affetto scodinzola felice e ti rimane fedele a vita. Per quel poco di affetto davo in cambio tutta me stessa, spalancavo l’anima e lasciavo cadere ogni difesa, gli offrivo tutta me stessa e loro prendevano tutto, per poi andarsene senza neppure dire grazie. Come qualcuno che vedendo il volo di una farfalla non si accontenta di seguirlo con lo sguardo ma cerca di afferrarla e nel farlo le strappa le ali. E mentre lei cade a terra, si gira dall’altra parte e dice con noncuranza "Peccato era una farfalla così bella…." Allora non me ne rendevo conto, se solo per un istante avessi avuto consapevolezza di me e di quel che valevo, se mi fossi resa conto che stavo regalando la bellezza dell’amore a degli imbecilli, se mi fossi voluta bene solo un po’… forse mi sarei fermata in tempo. Invece no, non mi sono fermata, anzi ho accelerato i giri finché l’impatto non è stato devastante. E’ stato come risvegliarsi dopo un brutto sogno senza capire dove ti trovi. Ho rischiato di perdermi, di trasformarmi in una persona che non ero io. Stavo per diventare quella che gli altri vedevano, quella che volevano che fossi: una farfalla senz’anima. Ma quella bambina-bruco che avevo per così tanto tempo tentato di cancellare ha cominciato a gridare dentro di me così forte che non ho potuto fare a meno di ascoltarla. Ho cominciato ad amarla quella bambina buffa e fuori tempo, ho cominciato a coccolarla anziché cercare di ucciderla. Senza di lei, non sarei quel che sono oggi e quel che sono mi piace. Non odio più la mia immagine allo specchio, neppure la amo…semplicemente sono io e va bene così. Mi riconosco in quel riflesso e mi sorrido, non scappo più via da me stessa.Quella diversità che mi aveva tanto fatto soffrire da adolescente ora è la mia forza. Vorrei essere ancora invisibile quando cammino, ma se gli uomini si girano non penso più che lo facciano perché sono brutta ma solo per i loro atavici scompensi ormonali. Anzi diverse volte mi sono tolta la lasciarmi guardare, di giocare con la mia immagine, di osare, sapendo che è solo un’ironica "rivincita" sul bruco che ero, sulle mie insicurezze e sulla mia timidezza. Con la consapevolezza raggiunta che la vera bellezza è dentro di noi e che la mia anima è per pochi, per quei pochi che sanno guardare oltre l’apparenza e amarmi per come sono ogni giorno. La verità? E’ stata una lunga rinascita…lunga e dolorosa ma senza quel dolore non sarei quel che sono…. Sono una farfalla con l’anima da bruco ed è questo che fa la differenza con le altre farfalle …
La bambina col cappotto azzurro-cielo
La bambina col cappotto azzurro- cielo@copyright
Bambina-bruco, la lunga scia di bava argentata è d’improvviso diventata
RispondiEliminala coda di una stella e tu l?hai risalita per capire. Il Sogno ha molti occhi, quelli di oggi e quelli di ieri. A volte, prende in prestito quelli degli altri e ci racconta storie che non saranno mai sue. Diventerà un sogno scuro, un sogno luce, un sogno reale? E? facile dare intelligenza ai nostri scrupoli trascorsi od usarla per osservare quelli ancora intorno e dentro noi, è uno specchio però ingrato, che non prometterà mai abbastanza di portare via le cose brutte con una passata di cancellino, come alla lavagna, dove possiamo fare il compito nuovo. Un gesto così facile che nasconde il dolore, come qualche fotogramma scomparso, sul più brutto, con le mani piccole sugli occhi, ed il film che va avanti. Quella è la magia che ci insegnarono gli adulti, quella e la carezza, dov?è stata, delle mani accorte e degli sguardi buoni che ci ha portato avanti e consolato quando le cose non venivano, non avvenivano, non c?era cose belle da ricordare. Le ali di una farfalla si stiracchiano alla luce e ti ricordano che hai un corpo; non c?è perché può essere osservato, ma può essere osservato perché c?è. E da allora, ad ogni batter d?ali, nuove fotografie sul paesaggio dell?incontro, pennellate primaverili di una vita diversa. Che ti appartiene.
Bellissime parole…….complimenti
RispondiEliminaTu hai ali grandi e bellissime e volerai lontano, l’anima da bruco è preziosa, è la tua sensibilità, è quello che ti rende diversa dalle altre, non perderla mai.
RispondiEliminaNella società dell’apparenza riuscire ad essere bruco è un dono. TUtti ci guardiamo allo specchio ma quanti di noi si guardano dentro? Tu riesci sempre a farlo e anche a costringere chi ti legge a riflettere
RispondiEliminaNella speranza di essere fra quei pochi che sanno guardare oltre l’apparenza …. Un piccolo bruco camminava verso la grande montagna. Molto vicino alla sua strada c’era un grillo. “dove vai?” gli chiese
RispondiEliminaSenza smettere di camminare, il bruco rispose: “Ieri sera ho fatto un
sogno, sognai che ero sulla cima della montagna e da li potevo guardare
tutta la valle. Mi è piaciuto quello che ho visto e cosi voglio realizzare il mio sogno. Sorpreso, il grillo disse mentre il bruco si allontanava: “Devi essere pazzo! Come farai ad arrivare fin là tu, un piccolo bruco? Per te, una
pietra sarà una montagna, una piccola pozzanghera sarà un mare, e qualsiasi ramo sarà una barriera impossibile da oltrepassare.” Ma il
piccolo bruco era già lontano e non lo sentì. I suoi piccoli piedi non smettevano di muoversi. Poi sentì la voce dello
scarafaggio:
“Dove vai con tanto sforzo?” Già un bel po’ sudato, il piccolo bruco
rispose raccontò il sogno. Lo scarafaggio si mise a ridere, e disse: “Ma
se neanche io con le mie grandi zampe comincerei un’impressa così difficile”. E rimase steso per terra ridendo mentre il bruco continuava
la sua strada. Uguale successe col topo, il ragno, la rana e il fiore. Tutti gli
consigliavano di smettere. “Non arriverai mai!”, gli dicevano. Ma il piccolo bruco continuò a camminare, perché dentro di sè sentiva
che doveva farlo.
Già stanco e senza forze, e sentendosi al punto di morire, decise di
fermarsi a riposare e costruire, col suo ultimo sforzo, un posto per dormire quella notte. “Cosi mi sentirò meglio.” disse. Ma morì.
Per giorni, gli animali si avvicinarono a vedere i suoi resti. Lì c’era
l’animale più pazzo del mondo, che aveva costruito la sua tomba come un monumento alla mancanza di buon senso. Li c’era l’ultimo rifugio di uno che era morto per andare dietro ad un sogno.
Giorni dopo, una mattina nella quale il sole brillava in una maniera
speciale, tutti gli animali si riunirono intorno a quello che era
diventato un avviso per tutti loro.All’improvviso tutti restarono a bocca aperta:quel bocciolo grigiastro, comincio a rompersi e con meraviglia videro un paio di occhi e due antenne……… A poco a poco, per dargli tempo di rimettersi da quell’impatto,
apparirono due bellissime ali dai colori stupendi. Era una farfalla!
Nessuno disse niente perché già sapevano cosa avrebbe fatto. Sarebbe volata in cima alla montagna a vedere da là, tutta la valle. E cosi compiere il suo sogno.. il sogno per il quale era vissuto e s’era sforzato fino a morire ed era rinato per compierlo. Tutti s’erano sbagliati meno lui.
ciao Mony finalmente hai ripreso a scrivere!!!non mollare mai, sfrutta questa tua passione in modo costruttivo, sono pienamente sicuro un giorno avrò tra le mani un tuo libro è sarà una sensazione elettrizzante.
RispondiEliminaemozioni trasversali…di tutte le età e di tutti i generi….se ripenso a come mi sentivo solo che 6/7 anni fa…e a come mi sento, certe volte, oggi…..complimenti…..davvero….hai reso bene il tutto….
RispondiEliminaViene spontanea una riflessione: perchè mai la questione estetica, ben comprensibile nel periodo adolescenziale, resta così fondamentale per così tante donne? Certo esistono i casi estremi, e su quelli non si discute, però in
RispondiEliminagenerale apprezzo che una donna conservi un po’ di civetteria e la cura di se stessa perchè questo aiuta a mantenere la stima di se (cosa importante anche al maschile) ma poi l’attenzione maggiore dovrebbe andare alla realizzazione delle proprie aspirazioni familiari e lavorative. Non credo che questi scompensi siano legati alla mentalità maschilista di chi “strappa le ali alla farfalla” (converrai che in questo gioca un ruolo anche la scelta fatta dalla farfalla), penso piuttosto che si stia vivendo in modo sbagliato una società dell’apparire dove troppi si dimostrano acquiescenti a modelli
stereotipi proposti dalla moda, dalla pubblicità, dalle pay tv e così
via, dimenticando e trascurando i valori veri dell’esistenza. Quando la farfalla sarà segnata dagli anni e dall’età sarà forse ancora più bella
… ma questo non è facile farlo capire e condividere. Comunque il mio è
un augurio grandissimo di un futuro sereno e felice. )
P.S. ho trovato il tuo link nel blog di un amico e sono entrato per pura curiosità, non per sollecitare visite o contatti, perciò non sentirti in
RispondiEliminaobbligo di rispondermi. Ciao
J.
Grazie Monica.. grazie di aver scelto di voler condividere questo
RispondiEliminaframmento della tua vita con chi ti legge. Al di là di tutto ciò che di vivo e di interessante hai scritto in questa bella pagina, credo ci sia soprattutto da leggere e leggere con attenzione e conservare ognuno per sé le tante riflessioni che hai fatto. Sono riflessioni utili per tutti penso..
Ci sarebbero tante cose da commentare perché spunti ne dai tanti, ma non
voglio essere blogorroico anche nei commenti. Penso che questo contrasto tra l'essere e l'apparire, questo conflitto ma anche questa sfida per chi ti osserva è sempre stata ben rappresentata da questo tuo stesso blog. Le corazze hanno forme diverse nel corso della vita. Talvolta maglioni pesantissimi che coprono tutto, talvolta spacchi vertiginosi che lasciano intravedere dovunque. Modi di fare che possono sembrare opposti, ma che poi alla fine possono essere forme diverse di una stessa paura, di una stessa radice. Penso al tuo blog spesso talvolta parole di grande sofferenza. Un equilibrio difficile da trovare. Ci son blog che descrivono delle situazioni per come sono. Altri descrivono percorsi di vita, difficili, irragionevoli, strambi, unici, tra entusiasmo e malinconia. Non sempre sono comprensibili agli altri questi percorsi. Ma per chi ha un minimo di curiosità della vita e dell'esistenza altrui è bello imbattersi in certi blog. Ed è sempre bello passare da qui. Un abbraccio.