Stasera ho voglia di pensare a me: voglio dedicarmi un idromassaggio, distendermi nell'acqua calda e lasciare andare i pensieri. Dove andranno non so, forse attraverseranno questi muri, correranno oltre la strada verso la spiaggia, al di là del mare.... La leonessa che è in me continua a dare segni d’impazienza. Invidio le persone calme e tranquille, quelle che "crollasse il mondo" non si scompongono. Io questo self-control non credo l’avrò mai. Sono sempre in balia delle emozioni, delle passioni, degli alti e bassi emotivi, scalpitante e inquieta, senza un attimo di pace. Sono una leonessa in gabbia. Mi sta stretta questa città di provincia dove tutti sanno gli affari tuoi e regolarmente non si fanno gli affari propri, dove la gente ha la ristrettezza mentale di chi è abituato a non vedere oltre il proprio naso, a coltivare il proprio orto invidiando quello del vicino. Ma che ci faccio ancora qui? Purtroppo, come spesso accade, mi sono fatta legare dai vincoli familiari, dalle convenzioni, dagli affetti e dai doveri. E io, che sono nata libera, come Elsa, la leonessa di un vecchio telefilm di quando ero bambina, mi sono ritrovata chiusa in una gabbia di mediocrità e apparenza. Ma non mi faccio schiacciare da queste piccole persone che pensano che la vita finisca al confine del loro paesello! Lancio il mio ruggito e preparo la zampata: lascerò il segno! Tutti mi dicono: stai buona e adeguati. Puoi chiudere in gabbia un animale selvaggio ma la sua natura presto o tardi prevarrà. Spesso mi sono chiesta l’origine di questo carattere incontrollabile che sembra prendermi letteralmente la mano e farmi perdere razionalità e senso logico. Mi sono fatta interi elenchi di possibili cause razionali e non … ma sono fatta cosi e forse non c’è una ragione. Mi porto dentro la mia leonessa, accucciata in un angolo dell’anima e anche se all'apparenza sembro così silenziosa, quieta e senza spigoli, di tanto in tanto lei, improvvisamente, viene fuori ruggendo e quelli che hanno avuto la sfortuna d’incontrarla ne portano ancora i segni.
Eppure la percezione che gli altri hanno di me è quella di una persona tutt'altro che inquieta. Forse perché sono sempre così silenziosa e gentile, e le mie inquietudini me le custodisco in fondo all'anima senza lasciarle trasparire per un assurdo senso del pudore. Ma mi sento tutt'altro che tranquilla, anzi la tranquillità come stato credo stia diventando una specie di miraggio per me.
Comunque è vero, come dice qualcuno, che ci sono molte parti di noi ignote persino a noi stessi. Ci sono stati dei momenti in cui mi sono sorpresa delle mie reazioni.
Per fortuna mi sono sorpresa piacevolmente perché nonostante tutti i miei casini alla fine quando penso di non farcela più, riesco sempre a tirare fuori la forza di volontà ed la tenacia necessarie a lottare per ciò in cui credo con tutta la forza della leonessa che è in me. Questo è uno di qui momenti. Piango e mi dispero, ma alla fine come in ogni animale è la volontà di sopravvivenza che prende il sopravvento su tutto, e mi fa trovare risorse che non credevo di avere. Sto bene. Anche se tutto va male, se tutto va storto. Ce la farò. Devo farcela e voglio farcela. Vado a prepararmi il bagno caldo, voglio ascoltare le note del mio amato Rachmaninov, voglio lasciare che le sue dita scorrendo sulla tastiera guidino le mie che scivolano piano sulla mia pelle in un crescendo di melodia e piacere….
La bambina col cappotto azzurro-cielo
La bambina col cappotto azzurro- cielo@copyright